UNA LUNGA LISTA DI SOLDI SPERPERATI DA RAI CINEMA E DA MAMMA TV: DILAGA L’INCHIESTA
Investire, investire, investire. Ridurre, ridurre, tagliare, cambiare. Alla RAI, da anni, troppi per la sopportazione di ogni essere vivente sul pianeta, non hanno più nessunissima idea. Né di come condurre l’azienda, né dove andare a parare. Strutture obsolete, capocce canute e “intellighenzia” di microscopica portata. Uno sbando completo, simbolo per eccellenza di un paese rovinato. Ora però, senza voler essere troppo disfattisti, perché sarebbe come farsi la barba col machete, rasentiamo il ridicolo parlando di un caso specifico: gli sprechi.
Sì, perché nonostante tutto i soldi in cassa entrano, ci sono schiere di ultra 90enni appassionati alle meche dei conduttori e all’abbronzatura ustionata di Carlo “Michael Jackson” Conti, quindi le finanze tengono a galla l’intera struttura e il cittadino paga i commentatori delle partite di cui talvolta Pizzul è l’esemplare più giovine. Si viene a scoprire oggi che tanti bei verdoni sono stati spesi per investire sul cinema italiano, sia in termini di produzioni che di progetti (raccomandati of corse), ma senza i risultati auspicati. Sono tanti vero?
Anzi per essere più precisi, da una recente informativa consegnata dal Nucleo tributario della Guardia di finanza al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e al pm Barbara Sargenti emerge come dal 2003 a oggi, Rai Cinema abbia speso circa 1,3 miliardi di euro per acquistare i diritti dedicati a film e serie tv di rilievo. Ora, è lecito che a fronte di tale spesa, si vedano fruttare questi spiccioli, in termini di passaggi sullo schermo, specie considerando quei film ad alto tasso qualitativo, artistico e non solo (pensiamo alle maestranze).
E invece no, le parole che circolano dall’inchiesta dei magistrati assumono il significato di “prezzi gonfiati per l’occasione, intermediazione parassitaria del sistema”, tutta roba che in ogni altro paese del mondo farebbe crollare un’azienda e rinchiuderebbe in galera buona parte dei suoi avventori. Ma da noi non succede, ci vorrà tempo ma quello che accadrà, vedrete, sarà la solita scaramuccia politica con tanto di opinioni espressa senza motivo da personaggi volgari e appartenenti illustri al grande teatro dell’assurdo.
Niente film in programma per il pubblico di cui facciamo parte, vergognandocene ovviamente. Titoli importanti che vanno da Babel a Le vite degli altri, passando per A history of violence di Cronenberg, oltre a centinaia di altri film comprati a peso d’oro e mai mandati in onda: viva l’Italia cari amici, gridiamolo insieme compatti, evviva la nostra repubblica democratica fondata sul lavoro. Lo spreco, quello sì che è un lavoro attivo 24 ore su 24.