Marilyn monroe vista dagli occhi degli altri

MORIVA IL 5 AGOSTO DI 50 ANNI FA LA STELLA FRAGILE, IL GRANDE MITO DI HOLLYWOOD

“Tu sorellina più piccola,


quella bellezza l’avevi addosso umilmente,


e la tua anima di figlia di piccola gente,


non ha mai saputo di averla,
perché altrimenti non sarebbe stata bellezza.


Sparì, come un pulviscolo d’oro.”
 

(“Marilyn”, Pier Paolo Pasolini)

 

Testa ai piedi del letto, una cornetta di un telefono bianco ancora tra le mani. Completamente nuda e con solo un lenzuolo che copriva le sue natiche generose che avevano fatto impazzire il mondo. Così Norma Jeaane Baker è stata trovata la mattina del 5 agosto 1962 da Ralph Greenson nella sua casa di Brentwood, priva di vita, priva di anima. Il corpo di Marilyn, il più desiderato al mondo, era lì mentre Norma Jeane non era riuscita a sopportare il peso della sua depressione e aveva messo fine alla sua travagliata e splendente esistenza con un’overdose di barbiturici.

Se la morte di Marilyn ha dato adito a teorie complottistiche sulla sua fine che ancora cercano risposte ad oggi inutili, quella di Norma Jeane fu commemorata l’8 agosto al Westwood Memorial Park davanti a solo 31 persone. Il funerale venne organizzato e pagato dal Joe Di Maggio, l’unico uomo che amò Norma e non Marilyn. Le note di Over The Rainbow accompagnarono le lacrime dei pochi presenti e, mentre il mondo ancora parla della stella fragile Marilyn, le parole dell’orazione di Lee Strasberg furono le ultime dedicate a Norma Jeane:

“Marilyn Monroe era una leggenda.

Nel corso della sua vita ha creato il mito di quello che una ragazza povera. Proveniente da un ambiente diseredato, può raggiungere. Per il mondo intero è diventata un simbolo dell’eterno femminile.

Ma non ho parole per descrivere il mito e la leggenda. Non è questa la Marilyn Monroe che conoscevo. Tutti noi, riuniti qui oggi, conoscevamo solo Marilyn: una donna aperta, impulsiva e timida, sensibile e timorosa di essere rifiutata, eppure sempre avida di vita e protesa nel tentativo di realizzarsi. Non voglio insultare la privacy dei vostri ricordi- una privacy che lei cercava e apprezzava- tentando di descrivere la persona che conoscevate a voi che la conoscevate. Nei nostri ricordi lei resta viva, non una mera ombra sullo schermo o una celebrità ammaliante.

Per noi Marilyn era un’amica affezionata e leale, una collega costantemente alla ricerca della perfezione. Abbiamo condiviso la sua sofferenza, le sue difficoltà e alcune delle sue gioie. Faceva parte della nostra famiglia. È difficile accettare che questa terribile disgrazia abbia messo fine al suo entusiasmo per la vita.

Nonostante i grandi successi e il talento mostrato sullo schermo, pensava al futuro: non vedeva l’ora di partecipare ai nuovi emozionanti progetti che stava formulando. Ai suoi occhi come ai miei la sua carriera era soltanto all’inizio. Il sogno del suo talento, che nutriva sin da bambina, non era un miraggio. La prima volta che è venuta da me sono rimasto stupito della sorprendente sensibilità che possedeva e conservava fresca e per nulla offuscata, e che lottava per trovare espressione nonostante la vita a cui Marilyn era stata esposta. Altre donne erano attraenti quanto lei, eppure lei aveva chiaramente qualcosa di più, qualcosa che la gente vedeva e riconosceva nelle sue interpretazioni e con cui si identificava. Aveva un che di luminoso-un misto di malinconia, radiosità, desiderio-che la distingueva e al tempo stesso rendeva tutti desiderosi di poterne essere partecipi, di condividere quell’ingenuità infantile così timida eppure così vitale. Questa caratteristica diventava ancora più evidente sul palcoscenico. Mi addolorava profondamente che il pubblico che l’amava non abbia avuto l’occasione di vederla come l’abbiamo vista noi, in tanti dei ruoli che preannunciavano quello che sarebbe diventata. Senza dubbio sarebbe stata una grande attrice di teatro.

Ora è tutto finito. Spero che la sua morte susciterà compassione per l’artista e la donna sensibile che ha regalato gioia e piacere al mondo.

Non posso dire addio. A Marilyn gli addii non sono mai piaciuti, ma come faceva lei-con quel suo modo particolare di mettere le cose in modo che rispecchiassero la realtà- dirò au revoir. Perché il paese in cui è andata è un paese che tutti un giorno vedremo.”

(Marilyn Monroe-Fragments, Giangiacomo Feltrinelli Editore 2010)

 

(5 agosto 2012)

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