LA FAVOLA, SENZA LIETO FINE, DI UNA DELLE ATTRICI PIÙ AMATE
Ghiaccio bollente: era questo l’ossimoro che il maestro Alfred Hitchcock usava per descrivere Grace Kelly (interprete di tre suoi film Il delitto perfetto, La finestra sul cortile e Caccia al ladro) e per sottolineare come la sua algida bellezza si trasformasse, sul grande schermo, in pura sensualità.
Grace Kelly nacque a Philadelphia e, a dispetto dell’opposizione della sua famiglia, coltivò il sogno di diventare attrice iniziando, all’età di 22 anni, come modella.
Considerata all’unanimità e ancora oggi una delle star più belle di Hollywood, rispetto alle sue colleghe, Grace non ha avuto una carriera cinematografica molto lunga: il primo film che interpretò fu la 14ma ora nel 1951 per la regia di Hanry Hathaway e l’ultimo la commedia musicale Alta società, del 1956. Il matrimonio con Il Principe Ranieri III di Monaco, conosciuto sul set di Caccia al ladro film che Hitchcock girò proprio nel Principato, segnò la fine della sua carriera.
Nonostante Grace amasse moltissimo il suo lavoro seguì la volontà del marito proprio nel momento in cui la sua carriera era arrivata all’apice del successo regalandole nel 1955 anche un Oscar per come migliore attrice protagonista nel film La ragazza di campagna. Hollywood non si arrese facilmente all’idea di aver perso la sua Principessa e continuò a mandarle copioni che lei, puntualmente rifiutava. Furono due le occasioni in cui la Principessa di Monaco prese in considerazione l’idea di tornare sulle scene: una nel 1964 quando Hitchcock le chiese di essere la protagonista di Marnie, ruolo poi andato a Tippi Harden, e un’altra nel 1977 quando Herbert Ross le offrì il ruolo di Due vite, una svolta che poi interpretato da Shirley McLaine.
L’amore con il Principe Ranieri, coronato da un matrimonio degno delle più belle favole il 18 aprile del 1956, rese Grace madre di tre figli: Carolina, Alberto e Stefania.
La favola della Principessa Grace di Monaco non ha avuto un lieto fine: il 13 settembre del 1982 infatti la Principessa e sua figlia Stefania, che uscì indenne, ebbero un incidente automobilistico. Grace era alla guida e fu colpita probabilmente da un ictus celebrale che le fece perdere il controllo della vettura. E il giorno dopo, esattamente 30 anni fa, la sua favola degna delle migliori sceneggiature, finì.
Il suo volto meraviglioso, che ispirò addirittura le sorelle Giussiani per creare il personaggio di Eva Kant, rimane tutt’ora simbolo di grazia, bellezza e di semplice regalità.
(14 settembre 2012)