IL THRILLER GOTICO HA IL VOLTO INTENSO DELL’ICONA ROBERT MITCHUM
Gotico, di forte impatto, angosciante e cupo, “The night of the hunter” (titolo originale del 1955) è di fatto il padre di tutti i thriller. L’intreccio, tratto dal romanzo di David Grubb, svela la crudeltà e l’orrore radicati nell’anima di Harry Powell, avventuriero e freddo assassino che, per arraffarsi un bottino di 10.000 dollari, lascia dietro di sé una lunghissima scia di sangue.
Powell striscerà sinuoso e sarà in grado di insinuarsi come pastore protestante in una piccola comunità, avvolgendo le sue viscide spire intorno agli animi fragili e ignoranti degli abitanti. Da pio e retto predicatore, una volta scoperto dove si trovano i soldi, si tramuterà in orco inarrestabile, capace di braccare come un predatore affamato perfino due innocenti bambini.
Le nocche tatuate del predicatore (interpretato dal superbo Robert Mitchum) con le scritte LOVE e HATE, il cadavere di di Shelly Winters che fluttua sul fondo del fiume, l’inno religioso cantato all’unisono dalla cupa e minacciosa voce di lui e quella soave e deliziosa della signora Cooper, seduta con il fucile in mano, sono solo alcune delle indimenticabili immagini che, grazie anche alla splendida fotografia di Stanley Cortez, quasi di taglio espressionista, rendono quest’opera un vero e proprio gioiello dalla brillantezza inquietante.
La placida e rassicurante espressione del volto di Mitchum cozza violentemente con le sue sanguinose intenzioni ed è perfetta per racchiudere in sé l’essenza del film: come le scritte che ha tatuate sulle mani, la società e le persone hanno due animi, facce di una stessa medaglia, pronte a sopraffare ognuno di noi.
Non è certo un caso che Powell si spacci per un uomo di chiesa per conquistare la fiducia del “popolino”. La religiosità appare più come un mezzo materiale per raggiungere uno scopo, anch’esso terreno, piuttosto che come spiritualità alta e interiore.
Le menti “povere” sono abbagliate, accecate, dalle promesse celesti e tramutano la spiritualità in modelli di vita ipocritamente puritani, sull’orlo del fanatismo. Nulla ha più valore se non il mero guadagno, qualunque esso sia. Il materialismo, quindi, assume un ruolo prepotente e inquina ogni aspetto della vita con molta, troppa facilità. Questo è “La morte corre sul fiume”: una splendida e affascinante favola gotica, dura e violenta emblema della corruttibilità e della dualità dell’animo umano.
Notizie e curiosità:
- -Bastarono 36 giorni di riprese, quasi sempre in studio.
- -È il primo e unico film di Charles Laughton da regista.
- -La sceneggiatura è costata 30.000 dollari.
- -I piccoli attori B.Chapin e S.J.Bruce furono “diretti” da R.Mitchum.
- -Il personaggio di Powell è ispirato al reale serial killer Harry Powers.
- -Fu un clamoroso fallimento di incassi e critiche.
- -Il ruolo da protagonista fu offerto anche a Gary Cooper.