DALL’11 OTTOBRE AL CINEMA IL NUOVO FILM DEL REGISTA TRATTO DAL ROMANZO LA GENERAZIONE DI SIMONE LENZI
La trama potrebbe ricordare quella di L’eleganza del riccio: un portiere, stavolta d’albergo e che lavora di notte, ha scelto di fare quel mestiere per soddisfare in solitudine la sua passione per i libri. Di questo, e di molto altro, parlerà il nuovo film di Paolo Virzì Tutti i santi giorni dall’11 ottobre nei cinema, tratto dal romanzo La generazione di Simone Lenzi (Dalai Editore). Le vicende del portiere vanno però oltre il confine di un bancone sfociando nella sua vita privata dove con la moglie cerca disperatamente, tramite procreazione assistita, di avere un bambino. I tentativi e la voglia di maternità diventano per la donna una fissazione l’uomo resta chiuso nelle sue letture capendo, giorno dopo giorno, che a vita familiare è ben diversa da quella che da bambino aveva trovato descritta in un manuale domestico cui aveva creduto come a una bibbia.
Gli interpreti saranno Luca Marinelli, la cantante Thony e poi Katie McGovern, attrice che lavorerà anche nel prossimo film di Tornatore La migliore offerta.
Tutti i santi giorni è nato da un amicizia radicata, di gioventù, con Simone Lenzi e Francesco Bruni, uno degli sceneggiatori fidati di Virzi e regista del successo Scialla!: “Simone e’ venuto tutti i santi giorni nel mio studiolo insieme a Francesco Bruni. Abbiamo ricongiunto il terzetto improbabile di trent’anni fa: quando Simone aveva 14 anni, i calzoni corti e recitò in una cosa teatrale invereconda da me scritta e diretta da Bruni al teatro ‘I quattro Mori’ di Livorno. Io avevo tanti capelli e facevo la parte di un anziano, a 17 anni” ricorda il regista.
Lenzi era incredulo sulla possibilità che il suo film potesse diventare pellicola: “mi sono sorpreso quando (Paolo ndr) ha deciso di farci un film” e poi lo scrittore precisa: “Non e’ un libro di fantasia ma d’immaginazione. Non ci sono templari o biblioteche maledette. È la storia di un portiere di notte con la passione per la lettura, che con la moglie non riesce ad avere figli. Queste due circostanze lo portano a interrogare la letteratura di illustri studiosi e medici del passato, da Francesco Redi, all’olandese Leeuwenhoek, passando per Aristotele, e a fare delle scoperte curiose”
Quello di Lenzi è un libro complicato da trasporre perché colmo di riflessioni medico scientifiche e filosofiche sulla generazione umana che finiscono con l’imbastire una fitta trama di rimandi dove teorie e personaggi si confondono in echi e assonanze imprevedibili eppure sempre coerenti. Tutto gira intorno alla massima di Ippocrate che recita “La vita è breve, l’arte è lunga, l’occasione fuggevole, l’esperimento pericoloso, il giudizio difficile” speriamo che Virzì, con la sua maestria, sia riuscito a compiere, con la macchina da preso, questo giro con l’eccellenza che ha contraddistinto l’autore.
(10 settembre 2012)