Spring breakers: recensione film

JAMES FRANCO IMPROBABILE GANGSTER PER UN FILM DELIRANTE E TRAVOLGENTE 

GENERE: Commedia/Drammatico 

Tra i titoli fin’ora passati il lido, la nuova opera di Harmony Korine sembra la più controversa. Molti si domandano se sia addirittura giustificabile la scelta di mandare ‘qualcosa’ del genere in Concorso e all’uscita della sala chi urla al capolavoro si scontra verbalmente con chi dice di aver assistito a una ca*ata bella e buona. Eppure Spring Breakers è un film che colpisce. Basti pensare che per scelte estetiche sembra rimandare a un altro cult che ha colpito il pubblico, quel certo Drive che aveva vinto a Cannes l’anno scorso… solo con una dose di ‘trash’ in più.

Già la storia sembra folle come nessun’altra cosa vista in un festival. Un gruppo di ragazze scatenate rapina un bar per guadagnarsi i soldi per la vacanza e partecipare così agli ‘spring breaks’ di Miami, dove le feste a base di sesso, droga e musica elettronica sono all’ordine del giorno. Un giorno le tre si alleano, un po’ per saldare un debito, un po’ per divertimento, con un boss della droga tra i più potenti del territorio. Inutile dire che le cose sfuggiranno di mano.

Per chi fa parte dei suoi sostenitori, è difficile giustificare la bellezza di SB. Da dove partire? Indubbiamente Korine ci ha azzeccato scegliendo come protagoniste alcune delle ex-dive di Disney Channel che si trovano estremamente a loro agio in questi panni ‘estremi’-e già qui notiamo una certa bizzarria- in compagnia poi di un James Franco deliziosamente sopra le righe, che aggiunge un altro ruolo memorabile alla sua lista di personaggi fuori dagli schemi (vedi 127 ore e Urlo). Interessante poi come il regista di Gummo abbia scelto uno stile da videoclip che non annoia mai che talvolta si evolve fornendo brevi omaggi a Michael Mann, che chissà magari da presidente della Giuria potrebbe reagire positivamente. Ma anche con questi ritmi concitati, non mancano momenti sospesi in cui le giovani protagoniste riflettono sulla loro esperienza e sulla loro voglia di vivere, talmente estrema da danneggiare gente esterna.

Puo’ sorgere un dubbio tuttavia. Sembra che il regista utilizzi lo stesso linguaggio di quella cultura (?) che vuole criticare. Quelle immagini di donne nude che ballano con la musica di Skrillex che passa in sottofondo le abbiamo già viste troppe volte, eppure Korine è capace di giocarci, tenendo sempre il proprio sguardo –nonché il suo senso dell’umorismo- presente. E il trash supera ogni limite nella scena destinata a diventare di culto in cui James Franco intona al pianoforte “Everytime” di Britney Spears mentre sullo schermo passano al rallentatore le immagini delle sue rapine.

Insomma per chi sta al gioco sembra quasi impossibile non prendere la parte delle protagoniste, desiderando di essere invitati a quelle feste e abbandonare i limiti come fanno loro. Poi però bisogna tornare alla realtà. Affrontando quelle scelte che, maturando, toccano prima o poi ogni essere umano. 

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