The master: recensione film

INTRIGANTE FILM DI PAUL THOMAS ANDERSON SENZA LODE, NÉ INFAMIA

GENERE: Drammatico

DATA DI USCITA: 3 gennaio 2013

In molti avevano puntato tutto su The Master, nuovo lavoro del regista Paul Thomas Anderson, per la vittoria finale del Leone d’Oro a questa 69esima Mostra del Cinema di Venezia. Bastava solo dare uno sguardo al cast per dirlo: Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman e Amy Adams. Eppure c’è qualcosa che non va nella pellicola, tanto da far uscire lo spettatore dalla sala con l’amaro in bocca. In molti aspettavano (inutile negarlo) The Master per rivedere il regista ritornare dietro alla macchina da presa dopo Il Petroliere.

Se però il precedente film del regista trovava la sua forza in uno straordinario inizio e in una cruenta scena finale, con questo lavoro Anderson non riesce a trovare la stessa brillantezza in sceneggiatura, tanto che il film sembra solo un compitino ben svolto. In effetti dal punto di vista della regia, del montaggio, della colonna sonora, della fotografia è tutto ineccepibile; molti problemi invece possono essere riscontrati dal punto di vista della storia, che non ha alcuna forza e non riesce nemmeno a mettere un minimo di interesse allo spettatore. Leggendo la sinossi prima di recarsi al cinema si incorre nel rischio di aspettarsi un film sulle origini di Scientology, la mitica setta a cui appartiene anche Tom Cruise.

Ebbene il personaggio interpretato da Hoffman è effettivamente omonimo del fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard, ma la setta non è mai nominata e viene semplicemente chiamata “la causa”. Pur seguendo lo schema de Il Petroliere con due personaggi principali che si confrontano/scontrano l’un l’altro, le vicende appaiono blande, emotivamente poco accattivanti, nonostante si cerchi di parlare di grandi temi come il rifiuto dell’autorità, la voglia di trovare un posto da chiamare casa e l’analisi introspettiva.

Si tratta insomma di uno di quei film che si possono considerare un’occasione mancata. Del resto tanto si poteva dire sul mondo delle nuove religione e poco, anzi pochissimo, si dice di questo mondo in The Master. La pellicola non è eccezionale, non c’è nulla che alla fine rimane dentro, come ad esempio una grande ripresa o un dialogo particolarmente interessante, che molto spesso si possono trovare in pellicole minori di grandi registi. 

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