LA CONSACRAZIONE DI BEN AFFLECK DIETRO LA MACCHINA DA PRESA
Genere: drammatico
Uscita: 08 novembre 2012
Dopo gli apprezzatissimi Gone Baby Gone e The Town, Ben Affleck ritorna sul grande schermo con Argo, un film che non fa altro che confermare il suo grande talento. Un regista ineccepibile che dirige in maniera ottimale una delle esfiltrazioni più clamorose della storia dei servizi segreti americani. Un misto di azione e drammaticità, condito da piccole dosi di ironia in questo splendido lavoro.
Argo è coinvolgente sin dall’introduzione. Un ritmo incalzante e un intreccio ben articolato, fanno dell’opera terza di Affleck, un film molto più che amabile. Davvero una ventata d’aria fresca anche dall’America in questa pellicola che riesce addirittura ad ironizzare sulla controversa natura degli “studios”.
Non a caso si parla già di Oscar per quello che è un prodotto più che valido, supportato da attori che danno il loro contributo. Bryan Cranston, Alan Arkin e John Goodman mettono in mostra tutta la loro esperienza, oscurando in qualche modo un Ben Affleck nonostante tutto discreto, nel ruolo di Tony Mendez. Inutile dire di come, ancora una volta, il regista americano dia il meglio di sé dietro, e non davanti la macchina da presa.
In Argo sorprende inoltre il lavoro di ricerca. Un attenzione ai dettagli che sicuramente rende più preziosa la pellicola, ricostruendo,in tutte le sue parti, la liberazione di sei diplomatici americani a Teheran. Una pellicola studiata, che lascia il segno e che trasporta dall’inizio alla fine, lasciandoti incollato alla poltrona per ben 120 minuti. Due ore che regalano il giusto tempo ad ogni fase della narrazione, senza forzature o bruschi cambiamenti di velocità.
L’opera terza di Affleck è un lavoro degno di nota, che merita sicuramente un posto fra i “big” dell’Academy e che sicuramente conferma il grande talento del regista americano. E speriamo che anche lui continui a lavorare in tal senso. Dietro (e quindi davanti) la telecamera!
Valerio Amer