Cinema e moda: un connubio destinato a durare

DUPLICE PERFORMANCE PER L’ATTRICE TILDA SWINTON, AL SERVIZIO DI SUA MAESTA’ IL COSTUME

Presentato al Festival d’Automne di Parigi, presso il Palais di Tokyo, il cortometraggio dell’artista e fotografa  Katerina Jebb:  The Future Will Last a Very Long Time”; il film riprende a sua volta le prove della performance “The Impossible Wardrobe”, curata da Olivier Saillard, direttore del Musée Galliera, storico museo di costume e moda di Parigi, attualmente chiuso per lavori di restauro.

Unica protagonista, oltre alla moda, l’androgina attrice Tilda Swinton che, in camice bianco, guanti di lattice e tacchi a spillo, si aggira tra le sale asettiche del museo in una sorta di passerella virtuale, fuori dallo spazio e dal tempo; l’attrice ci svela parte degli abiti custoditi nell’immenso archivio del museo parigino, ma non li indossa, con timore quasi reverenziale li accompagna, insieme alla  presenza dei loro legittimi proprietari che, come fantasmi, vengono proiettati sull’attrice e sulle pareti circostanti. Dall’abito di maglia metallica di Paco Rabanne, indossato una volta da Brigitte Bardot, al cappotto di Madeleine Vionnet,  appartenuto alla scrittrice Natalie Clifford Barneye, passando per il panciotto di Napoleone,  sulla passerella rivivono le creazioni di grandi stilisti quali Chanel, Dior e Balenciaga.

Altro connubio tra cinema e moda è il londinese, “Green Cut”, ideato da Livia Firth, moglie italiana dell’attore Colin Firth e Lucy Siegle.  Otto stilisti, tra cui Tom Ford e Stella McCartney, si sono ispirati ad altrettante pellicole britanniche per dar vita ad una collezione totalmente ecosostenibile, presentata durante la scorsa London Fashion Week. I film reinterpretati dagli stilisti sono il musical del 1934 “Darling” di John Schlesinger, “Its Love Again” del 1936, “My Fair Lady” diretto da George Cukor nel 1964, “Accident” di Joseph Losey del 1967, “The Red Shoes” (Scarpette rosse) del 1948 diretto dalla coppia Powell e Pressburger, “Things to Come” (La vita futura) del 1936 di William Cameron Menzies e “Velvet Goldmine” di Todd Haynes.     

(7 ottobre 2012)

Beatrice Ricci

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