Federico moccia: scusa, ma non ti chiamo regista

TORNA DIETRO LA MACCHINA DA PRESA LO SCRITTORE DI 3MSC E ALTRA FUTILITÀ

Il momento si avvicina, la data ormai è certa: il prossimo 15 ottobre Federico Moccia tornerà dietro la macchina da presa con Universitari…Amori fuori corso! Un film fortunatamente non tratto da uno dei suoi libri ma pur sempre girato da lui: il Re dei lucchetti, delle poste del cuore, degli adolescenti del primo decennio del duemila e anche sindaco di Rosello.

Dopo aver scritto, e sceneggiato le trasposizioni, 3MSC e Ho voglia di te, diretto anche altri tre film ispirati alle sue opere Scusa, ma ti chiamo amore, Scusa, ma ti voglio sposare e AMORE 14 (dove credo che il cinema italiano abbia toccato il suo fondo) ed essere passato ai libri per adulti con L’uomo che non voleva amare Moccia ritorna e riprende in mano quella generazione, ormai cresciuta, che aveva lasciato al liceo e che ora si ritrova, succube del tempo e di quegli amori stretti nelle morse di un lucchetto, all’università. Le prime indiscrezioni sulla pellicola puntano al sesso: pare che una delle protagoniste del film, Roberta Giarrusso, darà vita a una scena hot. Il cast, in parte ancora non ufficializzato sarà sicuramente composto, tra gli altri, da Barbara De Rossi, Enrico Silvestrin, Maurizio Mattioli, Simone Riccioni.

Viene bistrattato da tutti il buon Federico: pessimo scrittore, mediocre regista e inutile autore di grossi programmi come Sanremo. Eppure, forse anche grazie agli attacchi, vende e vende tanto.

Il cinema italiano non se la sta passando affatto bene e lo dimostrano i pochi premi che anche kermesse nostrane come La Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ci riservano e ancor di più lo rendono palese i dati del box office che vedono in vetta alle classifiche degli incassi grandi produzioni americane e cartoni animati. Eppure, a onor del vero, in questo momento in sala tra Garrone e Bellocchio c’è la  crème della crème dei nostri registi.

Popolo strano il nostro popolo di un popolo di poeti, di artisti di eroi, di santi, di pensatori,di scienziati, di navigatori, di trasmigratori come si legge sul Palazzo della Cività Italiana. Popolo che però non ha rispetto della sua grandezza e della sua arte, la settima arte, della quale si ricorda solo con l’avvento dei cine-panettoni e questo fa paura come fa paura che sarà il film di Federico Moccia a risollevare una dura annata per le tasche delle nostre produzioni esattamente come furono i suoi libri, tempo fa, a risollevare le sorti dell’editoria che per anni se l’è conteso.

L’appellativo scrittore, che vale più di qualsiasi titolo nobiliare è riservato a chi vende? L’appellativo di regista è riservato a chi porta al cinema le persone? Forse sì. L’editoria e il cinema anche se spesso sono scambiate per luoghi dove il merito e la cultura devono avere qualche voce in capitolo a oggi sono diventate mere industrie. Noi che entriamo in questi mondi forse dovremmo lasciare fuori, o al massimo nascondere in tasca, ogni speranza sperando nel cammino di ritrovarne un po’ qui e lì. Detto questo e lasciata all’uscio la speme comunque mi scuso: scusa (Moccia), ma non ti chiamo regista (ancora no). Né tantomeno scrittore. Le mie tasche sono ampie e di speranza al loro interno ne ho nascosta un bel po’.

Sandra Martone

(4 ottobre 2012)


About Il maleducato 108 Articoli
La nostra rubrica di satira, il modo migliore per essere sempre "irriverenti"