Il beffardo destino delle sale cinematografiche

PER DIVENTARE SALE BINGO O MEGASTORES I CINEMA CHIUDONO E CON L’OBBLIGO DEL DIGITALE LA SITUAZIONE NON MIGLIORERÀ

Il cinema Volturno, progettato dall’architetto Foschini negli anni 20’ e ora proprietà della Cecchi Gori S.p.a. è stato prima un cinema a luci rosse, poi è diventato un teatro di varietà caro all’ambiente culturale romano, e, alla fine, è stato trasformato in una sala bingo. 

In tempo di crisi, ovviamente, oltre all’utile, ovvero la settima arte, anche il dilettevole, come le sale bingo, ne risente e così, dopo l’inutile trasformazione della sala, il Volturno è stato abbandonato a se stesso e nel 2008 gli studenti hanno deciso di occupare il sito e di ridare valore culturale alle sue mura.

Come è stato detto all’inizio il caso Volturno è solo un esempio di quello che la delibera “Nuovo cinema paradiso” ha portato.

Sono 31 le sale spente, e si parla solo dell’ambiente romano, e altro caso emblema è quello del Metropolitan di via del corso che non era in passivo sulle entrate, anzi. Il suo destino non è stato quello di diventare un bingo, ma l’ennesimo inutile megastore del centro di Roma. A creare nuovi problemi alle sale rimaste in vita in questo momento di crisi economica arriverà l’obbligo alla digitalizzazione che su ordine dell’Unione Europea andrà in vigore dal 2013.

Tralasciando il lato puramente artistico della bellezza dei lungometraggi girati in pellicola il problema è un altro: i cinema, che di solito non sono le multisale legate a grandi circuiti, che non possono permettersi il cambio di tutti i macchinari che fine faranno? Proprio il 23 ottobre scorso al Teatro Valle occupata volti noti e meno noti hanno discusso di questo problema arrivando alla conclusione che serve un intervento repentino della dormiente Regione Lazio. Le sale che rischiano di chiudere sono tantissime: Adriano, Maestoso, Giulio Cesare, Fiamma e solo per citarne alcune.

Il rischio è che Roma, come molte altre città, si ritrovi sommersa dalle fredde multisale dei centri commerciali che molto hanno a che fare con business e poco con l’arte. Per questo al Festival del Cinema di Roma si manifesterà.

Sandra Martone

(25 ottobre 2012)

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