MASSIMILIANO BRUNO CI DESCRIVE LA VERITÀ, IRONICA E AMARA, DEL NOSTRO PAESE
GENERE: commedia
DATA DI USCITA: 25 ottobre 2012
“Niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili. Sono tanti: arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, sono replicanti” questo scriveva nella sua Quelli che benpensano Frankie Hi-NRG nel 1997 e oggi, nel suo film che è uno spaccato potente, anche se raccontato con amara ironia, Viva l’Italia, Massimiliano Bruno usa queste stesse parole come sottofondo di uno scorcio del suo nuovo lungometraggio uscito a due anni di distanza da Nessuno mi può giudicare.
Michele Spagnolo (Michele Placido) è un politico dei nostri giorni di quelli che sul palco che è teatro della campagna elettorale esaltano i valori della famiglia e del lavoro ma che nel privato tradiscono la moglie con la valletta di turno e raccomandano i propri figli. Ed è proprio durante uno dei favori che una ragazza gli offre in cambio della conduzione di un programma che l’Onorevole viene colto da un malore: l’apoplessia colpisce la parte del suo cervello che controlla i freni inibitori e così l’uomo comincia a fare l’ultima cosa che a un uomo politico è concesso fare, dire la verità.
Il malanno di Michele oltre a distruggere la sua carriera politica sconvolge la vita dei suoi tre figli: Valerio (Alessandro Gassman) un buono a nulla in carriera fallito come padre e come marito, oltre che come professionista e che deve la sua intera ascesa lavorativa al padre e alle sue raccomandazioni; Susanna (Ambra Angiolini) un’attricetta di fiction priva di talento e affetta da una forte s moscia che continua a lavorare in ruoli importanti solo grazie al suo cognome e Riccardo (Raul Bova) un medico con una forte coscienza sociale e pecora nera della famiglia che però anch’esso, a sua insaputa, ha passato il concorso grazie alla mano di suo padre.
Le condizioni di Michele obbligano i suoi figli a mettersi, per la prima volta nella loro vita, nel caso di Susanna e Valerio, in discussione e i suoi consigli, ormai irrimediabilmente sinceri, li portano a ottenere, in modo più o meno lecito ma per la prima volta con le loro forze, dei risultati ma soprattutto, finalmente a crescere pur, alla fine, risultando dei perdenti in questo dove un cognome può essere simbolo di potere ma anche diventare un forte pregiudizio.
Dagli ospedali sovraffollati e gestiti da primari che pensano solo alle loro cliniche private,fino ad arrivare alla dura realtà della precarietà e dell’assenza di merito ben poco Massimiliano Bruno salva di questo paese definendo la nostra costituzione “un capolavoro di fantasia e umorismo” e dando un consiglio finale, non demagogico ma fortemente polemico e utopico, che vorrebbe un articolo in più a chiusura della Costituzione che recita “tutti i cittadini hanno diritto alla verità”.
Si salva pochissimo questa Italia indifendibile, descritta alla perfezione e interpretata magistralmente dall’intero cast che vede Placido in ottima forma e Ambra Angiolini dare una prova attoriale ottima, forse la sua migliore insieme a Saturno Contro, che viene quasi da sventolare bandiera bianca e arrendersi alla realtà.
Ottima la colonna sonora che racconta con le parole degli autori dei testi delle canzoni che la compongono, come Daniele Silvestri, Mannarino e molti altri, lo stato d’animo della scena che accompagnano.
La regia di Bruno e superba e non priva di scene pregne di splendide metafore: una su tutte quella in cui Michele si ritrova al centro di alcuni scontri tra giovani attivisti e polizia, durante la quale primi gli consigliano di stare attento alle cariche ma lui, noncurante, le attraversa rimanendo indenne, immune da buon parlamentare qual è.
Liberatoria la scena finale in cui Valerio strappa una parte di un manifesto elettorale in cui sono immortalati i candidati lasciando indenne sono lo slogan: Viva l’Italia! E forse, senza alcuni di loro, l’Italia davvero sarebbe ancora viva.