IL REGISTA E GLI INTERPRETI HANNO DATO VITA A UNA FRIZZANTE CONFERENZA STAMPA
Al centro del palco loro: il regista Massimiliano Bruno e quello che non è il protagonista, essendo Viva l’Italia un film che di protagonisti ne ha almeno quattro, ma che è l’interprete del personaggio perno dell’intero lungometraggio, Michele Placido. Ai due lati, belli come angeli custodi, Raul Bova e Alessandro Gassman. Quello che stupisce a prima vista è che la quinta attrice fondamentale del film, Ambra Angiolini, è in disparte insieme a coloro che hanno un ruolo minore: chiacchiera con Edoardo Leo e, solo se interpellata, con una tenerissima umiltà afferma che il suo personaggio, quello della figlia di Michele Spagnolo, Susanna, attrice che alla fine cerca di redimere la sua mediocrità di personaggio da fiction mettendosi a studiare dizione per levare la sua insopportabile zeppola, le ha ricordato se stessa e se con Saturno contro ne aveva dato prova in questo film, l’ex ragazza di Non è la rai ha dato certezza al pubblico della sua bravura.
Una conferenza stampa brillante quella per la presentazione di Viva L’Italia film che, a detta dello stesso regista “vuole raccontare la volgarità di questo paese e della classe dirigente e consiglia al popolo di informarsi prima di andare a votare.” Ma nonostante il consiglio che il film vuole dare “non c’è demagogia nella pellicola” sottolinea Rocco Papaleo “noi siamo artisti e abbiamo la licenza di sparare a zero su tutto. Noi siamo artisti e diciamo quello che vogliamo.”
Riguardo al suo onorevole Placido ha ammesso “non mi sono ispirato a un politico in particolare del nostro paese, ma a tutti e nelle prossime elezioni mi schiererò più di prima, ma non so ancora con chi”.
Una piccola polemica parte dalle ultime poltrone sul ruolo della donna, ancora una volta oggetto anche in questo film, ma a smorzarla è il regista che sottolinea l’importanza del personaggio di Valentina (Sarah Felberbaum) che non cede alle avance del ricco Valerio (Vittorio Gassman) mantenendo un’integrità morale, sinonimo di speranza.
Più volte, durante la conferenza, si è cercato di estrapolare al regista un commento politico di parte, ma senza riuscirci. L’unica certezza è che questo è un film che condanna l’intera classe politica e lo stesso protagonista alla fine dice di essere a disposizione dei magistrati, quindi consapevole di dover essere indagato. La pellicola ha suscitato talmente tanto consenso dalla parte della critica che qualcuno ha chiesto addirittura se ci fosse nell’aria un sequel “magari un W L’America sul post Obama” ha risposto scherzando il regista: questa è stata l’unica battuta in cui Bruno ha dato un’opinione politica tangibile. Secondo lui negli Stati Uniti Obama non vincerà.
(22 ottobre 2012)