ATTORI E REGISTA PARLANO DELLA STORIA D’AMORE NATA ALL’OMBRA DEL G8 DI GENOVA
In concorso alla sezione Prospettive Italia e al cinema dal prossimo 29 novembre, Cosimo e Nicole è forse il miglior lungometraggio fino a ora presentato al Festival Internazionale del Cinema di Roma. In conferenza stampa, tenutasi stamattina all’interno dell’Auditorium Parco della Musica si è chiacchierato e cercato di entrare nel cuore nel romantico film on the road che narra di un amore nato tra le battaglie del G8 di Genova.
Anche in questo film Amato riflette sul tema del viaggio: cosa è che l’affascina? “Diciamo che fa parte della mia adolescenza, e poi grazie al cinema oggi viaggio molto più di prima – spiega il regista – tanti altri elementi prendono spunto da una questione emotiva legata al periodo adolescenziale, per esempio la musica. Il viaggio, infatti, qui non è solo drammaturgico”. Viaggio e musica, due parametri fondamentali a livello esistenziale, sui quali il regista ha dipanato il suo road movie girato tra Genova, Torino, il Belgio e un pizzico di Roma. “E’ un film scritto e girato nel respiro naturale della relazione tra i due ragazzi, ed è quasi il percorso di analisi di un rapporto amoroso”.
Love story che, in seguito a un evento traumatico, prenderà una piega particolare, deviando verso un finale aperto. Anzi apertissimo. “L’ultima sequenza stringe sullo sguardo di Scamarcio, ed è un the end naturale rispetto alla storia narrata, nel senso che include qualcosa di vero: in quegli occhi c’è la sintesi della relazione di Cosimo con Nicole”. Lei che all’inizio del film vediamo manganellata, come tanti giovani nei giorni scorsi. E’ la realtà che supera la fiction? “E’ interessante – nota Scamarcio – come il film inizi con fatti già raccontati dal cinema, mi viene in mente il bel film di Daniele Vicari Diaz, ma qui il tema della violenza serve solo a innescare la love story e poi si esce dal contesto per seguire l’evolversi del rapporto tra i due. Come a sottolineare che quell’evento tragico ha creato anche un evento positivo”.
Il leit motiv, infatti, è proprio l’amore: “Al centro del film ci sono due esseri umani, non solo il momento storico e il contesto del G8, i personaggi sono predominanti rispetto ai fatti di Genova, e il film ha più un taglio antropologico che sociologico – continua Scamarcio – è la storia di una passione forte. L’amore? E’ ciò di cui tutti abbiamo bisogno per andare aventi, e con questo intendo la società”. Annuisce e sorride timida la Ponsot, che in conferenza stampa preferisce parlare francese (tradotta da Scamarcio, ndr) e confida: “il mio personaggio è emotivo e sensibile, volevo difenderlo con la vivacità che avevo in me e per riuscirci mi sono concentrata sulla passione, attraverso lo sguardo di Riccardo”.
Ma quanto è stato difficile fare le scene della guerriglia urbana del G8? “Abbiamo realizzato la sequenza, che dura solo 5 minuti, sul posto ma è un elemento di partenza perfetto per il film – spiega Amato – girarlo con la macchina da presa incollata al corpo di Clara è stato complesso”. E il film di Vicari, l’ha visto? “No, ho fatto di tutto per evitarlo perché io e Daniele abbiamo girato i nostri film in contemporanea, ma credo che lui abbia fornito una lettura diversa degli eventi. Per il mio film i fatti di Genova sono l’opportunità per un incontro promiscuo di anime”. In che senso? “Cosimo e Nicole nasce da un nucleo di interviste fatte a ragazzi che si sono conosciuti e innamorati a Genova in quel frangente”.
Altro tema caldo toccato dal film è quello delle morti bianche: in fase di scrittura si erano già verificati gli incidenti sui palchi dei concerti di Jovanotti, Laura Pausini, Radiohead, Madonna tanto per citare i più eclatanti? “No, non ancora – confessa il co sceneggiatore Giuliano Miniati – ci aveva colpito una storia accaduta a Bergamo a un operaio marocchino caduto dal tetto che, una volta uscito dal coma, ha subito un tentativo di corruzione da parte del costruttore, suo datore di lavoro. Trattandosi di musica, abbiamo intervistato tanti ragazzi che lavorano nel settore e abbiamo scoperto che incidenti così ne capitano spesso, ma se ne parla molto meno che nell’edilizia”.
Dalla commedia al dramma sentimentale: nel prossimo film affronterà un nuovo genere? “No – ride Amato – non mi piace ragionare per generi cinematografici. Diciamo che mi piacciono i film vitali, che siano commedie o storie d’amore problematiche, cerco il respiro e la vitalità. Da ragazzo rimasi affascinato da Un amore di Gianluca Tavarelli, un film che mi colpì molto”. E se qualcuno, in Cosimo e Nicole dovesse rintracciare echi di Betty Blue non abbia dubbi: “è uno dei film della lista che la troupe doveva assolutamente vedere – scherza il regista – ma non amo solo il cinema francese o belga, anche pellicole sulle coppie stile Bonnie e Clyde o La rabbia giovane”.