MESSI SOTTO ACCUSA I GADGET DIGITALI LANCIATI PER IL NUOVO FILM THE HOBBIT
I discendenti di J.R.R. Tolkien, il celebre scrittore di romanzy fantasy da cui sono tratti la trilogia de Il Signore degli Anelli e il nuovo capitolo, prossimo all’uscita Lo Hobbit, hanno chiesto un risarcimento di 80 milioni di dollari alla Warner Bros.
L’acquisto dei diritti per Lo Hobbit e Il signore degli anelli risale al 1969, da quel momento la casa di produzione ha sempre avuto ampia libertà sul merchandising. Tuttavia, le strategie di mercato, considerando l’enorme successo mediatico riscosso dalla saga, si sono fatte sempre più sfrenate negli anni.
Tralasciando i classici giocattoli, i prodotti di cartoleria e abbigliamento, i Tolkien, questa volta, ritengono di non aver mai autorizzato la sponsorizzazione di articoli elettronici. Così, nel dichiararsi indignati, hanno contestato alcuni programmi di giochi d’azzardo e una slot machine online che ha come protagonisti Gollum e compagni, fortemente lesivi per l’immagine e la memoria dello scrittore britannico.
La Warner Bros, dal canto suo, non si è scomposta, quindi la questione passerà in mano ai giudici di un tribunale. Questo polverone è stato sollevato giusto una settimana prima dalla presentazione ufficiale di Lo Hobbit: An Unexpected Journey, fissata il 28 novembre a Wellington, alla quale parteciperanno, tra i vari nomi, gli attori Martin Freeman (nel ruolo di Bilbo Baggins) e Cate Blanchett (Galadriel).
Un’altro caso che fa discutere e di certo non procura buona pubblicità al film The Hobbit è la denuncia che Il Peta, l’associazione per i diritti degli animali, ha presentato contro la produzione, accusandola di aver ucciso ingiustamente ben 27 animali, tra cavalli, pecore, capre e polli per le riprese. Il regista e produttori hanno negato ogni accusa, il Peta in tutta risposta ha annunciato una mobilitazione di protesta in vista della première. Chissà quali altri scompigli interesseranno ancora l’atteso evento cinematografico di portata internazionale.
Maria Teresa Limosa