IL RITRATTO DELLA LEGGENDA DEL CINEMA
“Per me è come dragare un fiume. È un’esperienza penosa. Io semplicemente non ho talento intuitivo. Recitare mi è sempre faticoso e compiango sempre me stesso per le mie interpretazioni.” (Paul Newman)
Paul Leonard Newman nacque in Ohio il 26 gennaio del 1925 da un padre proprietario di un negozio di articoli sportivi e una madre emigrata dalla Polonia. Il suo primo vero amore furono gli aerei tanto che lui cercò di arruolarsi come pilota, ma il suo daltonismo gli impedì di portare a termine il suo progetto. Dopo la guerra prese in gestione il negozio del padre finché non decise di frequentare l’accademia di arte drammatica di New York e di intraprendere la carriera d’attore che inizialmente gli fu spianata dalla somiglianza con Marlon Brando.
Vincitore di due premi Oscar, di sei Golden Globe e di un Emmy Awards, Newman è, a tutt’oggi, uno degli attori più acclamati e amati di Hollywood. La prima pellicola di cui fu protagonista Il calice d’argento venne stroncata dalla critica ma il suo volto meraviglioso gli diede una seconda possibilità e già nel 1956 con Lassù qualcuno mi ama è riuscito ad entrare nell’olimpo delle star senza mai scendere.
Interprete di alcune delle pellicole più famose al mondo (La gatta sul tetto che scotta, Exodus, Lo spaccone, Hud il selvaggio, Intrigo a Stoccolma, Il sipario strappato, Nick mano fredda, Butch Cassidy, La stangata, L’inferno di cristallo) Newman è stato definito all’unanimità la leggenda del cinema con le sue oltre 60 pellicole da protagonista e 6 lungometraggi di cui è stato regista.
Oltre al grande schermo l’altra passione del divo furono le macchine: Esordisce come pilota nel 1972, nelle gare della SCCA (Sport Car Club of America), utilizzando una Triumph TR6 e una Datsun 510 e 240Z, oltre che ad automobili Ferrari, Porsche e Mustang. Sulla tuta da gara il nome riportato era “P L Newman” oppure “Butch”, dal personaggio che ha interpretato nel film “Butch Cassidy and the Sundance Kid”. Nella SCCA corse per 36 anni, ma prese parte anche a campionati professionisti come la IMSA (International Motor Sports Association) e la Trans-Am e alla 24 ore di Daytona. Nel 1979 giunge secondo nella 47°edizione della 24 ore di Lemans. Nel 1982 Mario Andretti fu l’artefice dell’incontro fra Paul Newman e Carl Haas, proprietario di un team e importatore di auto da corsa ed ex pilota. La Newman/Haas vedeva Mario Andretti impegnato come pilota, e alla loro seconda stagione (1984) vinsero il campionato CART. È il primo di otto titoli che la Newman/Haas vincerà nella categoria CART nei seguenti 25 anni. Oggi la scuderia si chiama Newman/Haas/Lanigan è ancora impegnata nella Indy Racing League, continuando a vincere.
Nel 1995 vinse la 24 Ore di Daytona per la classe GT1, risultando il più anziano pilota di un team vincente per la competizione; l’orologio vinto[4] è stato battuto all’asta nel 1999 e venduto per 39.000 dollari donati in beneficenza.
Come ogni divo che si rispetti anche Paul Newman ebbe molte storie ma solo due volte convolò a nozze: la prima nel 1949 con Jackie Witt dalla quale ebbe tre figlie e la seconda con l’attrice Joanne Woodward che restò accanto a lui fino alla fine dandogli tre figlie.
Politicamente schierato con i democratici Newman fu anche attivo in campo umanitario infatti fondò con lo scrittore Aaron Edward Hotchner, nel 1982 ha fondato la “Newman’s own“, un’azienda alimentare specializzata in produzioni biologiche i cui ricavati sono stati devoluti in beneficenza per scopi umanitari ed educativi. Con il PEN American Center, la Newman’s Own ha finanziato peraltro sino al 2006[7] un premio annuale di 20.000 dollari riservato al cittadino statunitense che abbia più coraggiosamente difeso il “primo emendamento” della costituzione statunitense, relativo alla libertà di espressione, di culto e di stampa.
La splendida esistenza dell’attore venne messa a dura prova nel 2008 quando gli fu diagnosticato un cancro ai polmoni che in pochi mesi lo portò alla morte il 26 settembre 2008. Nel 1954 un critico del New York Times scrisse di lui “recita la sua parte con il fervore emotivo di un autista di autobus che annuncia le fermate locali” i film di Newman smentiscono, una per una, quelle parole.
(4 novembre 2012)