MICHELE PLACIDO “I BIGLIETTI DEL CINEMA DOVREBBERO COSTARE MENO”
Definito dal regista “il mio Romanzo criminale francese”, Il cecchino racconta la caccia all’uomo del capitano Mattei a una famigerata banda di rapinatori di banche, che diventa ancora più spietata quando un cecchino appostato sul tetto spara contro i poliziotti, per consentire ai suoi complici di fuggire.
Fin dalle prime scene del film la regia di Placido è nettamente riconoscibile, come una firma. E questo non è un male perché dopo Romanzo Criminale e Vallanzasca con questo lungometraggio, che vede come protagonisti tra gli altri Daniel Auteuil, Luca Argentero e Violante Placido, sancisce definitivamente lo status dell’attore come cineasta di genere, anche se lui stesso mette le mani avanti: “non mi considero un autore, ma un semplice professionista. Mi hanno chiamato dalla Francia per questo progetto e ho accettato. Fabio Conversi ha costruito questa operazione per Studio Canal. Io sono andato e ho semplicemente girato un film che non ho scritto io. Non lo dico negativamente, anzi. Voglio solo mettere in chiaro che in questo caso, mi sono limitato a dire ‘Ciak, azione’. Nasce tutto dal grande successo che Romanzo Criminale ha avuto in Francia”.
Altro marchio dei film di Placido è la moralità che anche in Il Cecchino risulta molto forte, soprattutto sul finale: “abbiamo discusso molto al riguardo e anche loro erano grandi estimatori di questo tipo di cinema. Poi mi interessava non tanto l’aspetto politico, ma quello morale con questi ex-militari che invece di combattere in guerra in Afghanistan, vanno a fare le rapine in Occidente” ammette l’autore.
E non manca la polemica sul cinema italiano: il film di Michele Placido, infatti, è stato presentato oggi nella sezione Fuori Concorso del Festival Internazionale dei Cinema di Roma, ma in Francia è già uscito essendo una coproduzione italo-francese. L’idea potrebbe essere quella di ipotizzare un’apertura del cinema italiano nei confronti del mercato estero proprio attraverso lungometraggi di genere firmati da nostri apprezzati registi “si può cominciare a lavorare pure con Rai Cinema e Conversi a questo cinema. Al momento ho anche un altro progetto in Francia, una storia d’amore tratta da Pirandello. Poi i francesi amano il nostro cinema, basta guardare a Sorrentino o Moretti. Si potrebbe programmare un cinema italo-francese, ma forse bisognerebbe chiederlo ai produttori” sostiene Placido; “qui il problema è rieducare il pubblico a un certo tipo di prodotto. Non si fanno film di genere in Italia e anche il cinema di qualità, quello d’autore, sta subendo brutti colpi. Non c’ attenzione nei confronti di questo cinema.
Il cinema dovrebbe dare dignità a tutte le storie. Si dovrebbero aprire i confini, ma nella situazione in cui ci troviamo, Rai Cinema ormai è diventato l’ultimo baluardo. Al momento produciamo 40 film l’anno, ma non è possibile andare avanti così. C’è volontà, ma mancano le risorse” incalza Paolo Del Brocco Amministratore Delegato di Rai Cinema, ma Placido si mette dalla parte dello spettatore: “Secondo me, dovrebbero costare di meno anche i biglietti del cinema. Siamo in un momento di crisi ed è ovvio che se uno può andare al cinema una volta, due al mese, va a vedere le commedie. Forse invece le persone vorrebbero vedere altro.”
(12 novembre 2012)