Roma film fest-il piccolo principe: recensione film

IL PROTAGONISTA DEL ROMANZO DI SAINT EUXPÉRY TORNA CON UNA NUOVA AVVENTURA

GENERE: animazione

DATA DI USCITA: n.d.

Quando Antoine de Saint Euxpéry pubblicò nel 1943 Il Piccolo Principe il mondo aveva bisogno delle sue riflessioni sull’amore, sull’amicizia e sul senso della vita. A 60 anni dalla prima edizione del romanzo è stato presentato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Roma nella sezione indipendente Alice nella città l’omonimo film di animazione in 3D perché oggi, come allora, anche se per motivi del tutto differenti forse si ha di nuovo bisogno di qualcosa che ci faccia riflettere sul reale senso dell’amore, dell’amicizia e della vita.

Il lungometraggio animato non riprende le avventure già conosciute del piccolo eroe ma ne crea delle nuove, non scritte del famoso autore e aviatore ma che comunque ricalcano la morale di quelle che a cui lui diede vita con parole e disegni.

La rosa del Piccolo Pricipe viene rapito dal Serpente così l’eroe bambino, costretto a cercarla, scopre l’esistenza di un altro luogo cui il malvagio rettile imprigiona tutti gli abitanti dei pianeti che hanno perso la speranza. Insieme alla fida volte e spinto dall’amore per il suo fiore il tenero aviatore ancora una volta grazie alla forza dell’immaginazione riuscirà ad illuminare il cielo intero.

Il film è una coproduzione internazionale di Rai Fiction insieme alle televisioni pubbliche francese, tedesca e svizzera e al gruppo indiano DQ, distribuita da Sony Pictures e realizzata e coprodotta dallo studio francese Method Animation insieme alla Succession Saint-Exupery-d’Agay, garante del rispetto dell’opera e della memoria dell’autore scomparso con il suo aereo il 31 luglio 1944 e fa parte di un progetto seriale che comprende sia nuove avventure del protagonista in inediti cartoni animati fumetti, pubblicati dalla casa editrice Bompiani.

Per chi era abituato ai disegni, quasi stilizzati, di Saint Euxpéry, sarà difficile fare pace con la versione ultramoderna del bambino che ha fatto sognare e ha insegnato al mondo che l’essenziale è invisibile agli occhi ma gli applausi scroscianti dei piccoli spettatori in sala sono stati la conferma che, pur cambiando aspetto, gli insegnamenti del dolce aviatore ancora hanno presa e allora poco importa che la poetica semplicità delle immagini abbia dato spazio al digitale e alla terza dimensione. La sostanza rimane la stessa e per quanto cambino le generazioni i bambini davanti agli eroi buoni si alzano in piedi e si emozionano, come dovrebbero insegnare ai grandi che spesso confondono eroi con martiri.

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