Roma film fest: intervista ai registi di “S.B. io lo conoscevo bene”

IL DOCUMENTARIO SU SILVIO BERLUSCONI RACCONTATO DAI SUOI AMICI

Cos’altro manca da dire sul’ex premiere italiano? Quale aspetto della sua vita ancora non era stato analizzato e raccontato? Queste le domande che si sono posti Giacomo Durzi e Giovanni Pasanella, pensando al loro documentario S.B. Io lo conoscevo bene. Presentato ieri al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Prospettive Italia, la storyline ripercorre la vita di Silvio Berlusconi dall’ascesa come imprenditore al declino politico dell’anno scorso, attraverso i racconti di alcune persone che lo hanno conosciuto, o che hanno lavorato con lui.

Come mai la scelta di raccontare la figura di Silvio Berlusconi vista da “chi lo ha conosciuto bene”?

Giovanni Pasanella: partiamo dal presupposto che non volevamo fare un’inchiesta. Ci hanno pensato altri a descriverlo con quel mezzo, noi volevamo fare in modo di colpire il pubblico con una riflessione. La forza del documentario sta proprio in questo. Il Berlusconi politico è già stato raccontato dai suoi avversari… straraccontato. Volevamo capire attraverso gli occhi di chi ha creduto in lui, mettendo da parte i nostri giudizi, perché tanta gente in Italia si è lasciata sedurre.

Tra le riprese sono presenti molte immagini di repertorio. Siete stati ostacolati nel recupero?

Giacomo Durzi: tantissimo. Soprattutto in Italia. Forse c’è stata anche una sorta di leggerezza da parte mia, perché pensavo di poter rilevare maggior materiale dall’estero. Ma, in effetti, prima del ’94 fuori dall’Italia c’è poco e niente su di lui. Tranne in Svizzera, dove era molto conosciuto già come imprenditore.

Che vita pensate possa avere questo documentario, dato che ci troviamo in Italia, e tra poco ci saranno le elezioni?

Giacomo Durzi: stiamo prendendo contatti con Intramovies, ma non c’è niente di certo. È probabile invece che venga distribuito in qualche sala all’estero e sicuramente sarà commercializzato in home video. Sarebbe importante per noi che tutti lo vedano per due motivi: il primo, per il fatto che riteniamo importante che l’opinione pubblica capisca come sia nato il berlusconismo; il secondo, per il fatto che è rivolto anche alla Sinistra dato che tutto quanto è nato dai loro errori: quello più grande fu nel ’89, quando cambiarono solo il nome e il simbolo al partito, invece di riformarlo dal fulcro. Per non parlare poi del ’94, anche se oggi c’è più consapevolezza rispetto a quei tempi.

Gli intervistati come hanno commentato la riuscita del prodotto? Ci sono state lamentele o polemiche?

Giacomo Durzi: nessuno ha contestato niente. Senza fare nomi però, alcuni hanno però sottolineato che delle 5 ore di intervista erano state fatte vedere poche sequenze.

Ci sarebbe stato qualcuno che avreste voluto intervistare, ma non ci siete riusciti per motivi vari ed eventuali?

Giacomo Durzi: mi sarebbe piaciuto conversare con Gianni Pilo, ma ha declinato l’invito. Sarebbe stato interessante, anche perché faceva parte di quell’area culturale a cui faceva capo Berlusconi, e che utilizzava non solo il marketing visivo ma anche la tecnica dei sondaggi. Ovviamente molti hanno rifiutato anche per non ricordare, per non voler più esporre il loro nome e ricollegarlo a fatti avvenuti in passato che preferiscono dimenticare.

Quale pensate che sia il futuro di Silvio Berlusconi?

Giovanni Pasanella: dal punto di vista politico secondo me è ormai finito. Anche perché il partito sta collassando.

Giacomo Durzi: anche Mediaset è al collasso. Basti pensare che la produzione di fiction è pari ad un terzo dell’anno scorso. Lavorando a Mediaset, so per certo che Berlusconi è tornato a dare un’occhiata ed ha capito che il figlio ha fatto un errore dietro l’altro mandando l’azienda in rovina. Il suo futuro, come tutti ben sanno, è nelle energie rinnovabili insieme a Putin e altri.

Cosa ne pensate dei “prodotti” Renzi e Grillo?

Giacomo Durzi: a stessa epoca di Berlusconi, ne ha generati altri due simili a lui. Renzi vuole ristrutturare il partito e lo farà se verrà eletto; Grillo si va invece ad infilare nelle crepe dell’ignoranza, per colpire il debole.

“Il berlusconismo prosegue, ci accompagnerà ancora; è una categoria dello spirito”. Siete d’accordo con la frase finale del documentario, pronunciata da Paolo Pillitteri?

Se facciamo questi film è anche per far prendere coscienza alle persone. Speriamo di no, insomma!

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