LA REDAZIONE SI DIVIDE SULL’ULTIMO FILM DEDICATO ALLA FAMOSISSIMA SPIA INGLESE
La lealtà di James Bond verso M (Judi Dench) è messa a dura prova quando il passato della donna torna a perseguitarla. E mentre l’M6 è sotto attacco, l’agente 007 deve scovare e distruggere la minaccia a tutti i costi, anche personali. Film4Life si divide, ecco cosa ne pensiamo del film:
1) DANIEL CRAIG SI CONFERMA COME “DEGNO” EREDE DI SEAN CONNERY?
Francesco Buosi:
La scelta di Craig, giudicata nel 2006 inusuale rispetto agli attori che avevano avuto l’onore di ricoprire tale ruolo, risulta ora più azzeccata di quanto si potesse immaginare. Un cambiamento di rotta era necessario anche per venire incontro alle rinnovate esigenze del pubblico sovrano e pagante. Per la definitiva consacrazione di Craig come agente segreto al servizio di sua maestà aspetto però gli ulteriori due film, che da contratto il biondo attore dovrà interpretare nei prossimi anni, per poterlo ascrivere nell’olimpo di popolarità di cui gode il collega scozzese.
Simone Bracci:
Non solo degno, ma, udite udite, gli è addirittura superiore. Basta imprese mirabolanti al limite della fantasia umana, lo scontro è sul terreno della realtà, sangue, sesso e disperazione sono le carte che gioca Bond-Craig per vincere e prevalere su avversari di ogni risma, siano esse filantropi impazziti o semplice spie narcisiste. Il gioco d’attore sta nello sguardo umano, potente, virile e fragilissimo.
2) REGGE IL CONFRONTO CON I FILM DI GENERE SPY- ACTION?
FB: Abituati alle mirabolanti imprese (salto nel vuoto per recuperare un aereo in caduta libera e farlo risollevare in volo) di un Bond “spaccone” come quello interpretato da Pierce Brosnan, lo Skyfall diretto da Mendes si porta dietro una carica adrenalinica di minor impatto emotivo. Non mancano le scene di inseguimento e lotta corpo a corpo, ma per scelta “editoriale” su punta più all’impatto stilistico, in parte a ragione, visto che ormai al cinema ne abbiamo viste di tutti i colori e stupire lo spettatore è sempre più difficile.
SB: Decisamente, almeno nella prima parte, pura action mescolata al carisma del set, in quest’ultimo film, in quest’ultima saga, ogni opening vale il prezzo del biglietto. Poi la mano melò di Sam Mendes prende il sopravvento e in alcuni momenti cerca di interiorizzare troppo 007, ma l’aspetto che colpisce è l’impatto che le sue gesta hanno sulle sorti di una nazione. Da difendere, imprecare, onorare…con tutta la potenza di fuoco possibile. O con armi da taglio.
3) QUALE TIPO DI PUBBLICO CONQUISTERÀ?
F.B: Questo film farà la felicità di tutti gli amanti dell’agente 007, per tutta una serie di rimandi e citazioni esplicite all’ampia letteratura filmica del personaggio. Un doveroso omaggio alla celebrazione dei 50 anni (nel 1962 usciva il primo capitolo Licenza di uccidere). Tuttavia, la trama complessa e inevitabilmente legata alla storia dei precedenti episodi con protagonista Daniel Craig, rischia di far perdere quell’attrattiva legata al film in quanto singola opera cinematografica da gustare tout court.
SB: Cinefili doc e appassionati dop. Ovvero quel parco fan composto da schiere multietniche di cittadini che vedono in Bond il loro alter-ego impossibile, talmente impossibile che è un personaggio da fiction: elegante, seducente, letale e determinato. Ma non solo, tanti sono coloro che amano il genere spy story, se legato poi ad un brand come quello dell’agente segreto allora saranno in tanti ad affacciarsi in sala. Sicuramente contenti della scelta che noi anche appoggiamo, perché alla resa dei conti trattasi di una trilogia d’autore che con il cambio al timone si farà per certo rimpiangere. Gli interpreti passano, 007 vive per sempre.
Scritto da Francesco Buosi e…..
(7 novembre 2012)