LO HOBBIT HA RESO VISIBILE LA NUOVA TECNOLOGIA CON I SUI PRO E I SUOI CONTRO
La tecnologia è molto più veloce della nostra capacità di abituarci alle sue innovazioni e così, mentre stiamo qui ancora a parlare del 3D, ecco che Peter Jackson nel suo kolossal Lo hobbit-Un viaggio inaspettato ci mette con violenza davanti a un’altra novità: il 3D high frame rates (Hfr). La domanda che ci si pone è questa: il cinema sta per cambiare nuovamente? La risposta è vaga. Dipende. Dipende dallo sviluppo che avrà l’Hfr: se sarà significativo probabilmente in un futuro neanche troppo remoto sarà quello lo standard di ogni lungometraggio, altrimenti l’Hfr verrà usato solo per un certo tipo di cinema.
Ma che cos’è esattamente il 3D high frame rates? Da quanto il sonoro è entrato a far parte della pellicola i film sono stati girati a una velocità di 24 fotogrammi al secondo, ovvero alla velocità minima necessaria per sincronizzare l’audio al video risparmiando il più possibile la pellicola. Il punto è che per evitare pecche, la velocità giusta dei frames dovrebbe essere 30 fotogrammi al secondo e bisognerebbe arrivare anche a un numero maggiore quando si inquadrano soggetti che si muovono velocemente sullo schermo, con un consumo di pellicola davvero eccessivo. Con l’avvento del digitale però il costo della pellicola non è più un problema e con una spesa relativamente bassa è possibile girare film in 48 o 60 fotogrammi per secondo appianando le falle di questa velocità grazie alla post produzione e alla computer grafica. Oltre a una veridicità maggiore delle scene ciò che è rende importante questa tecnica è anche un minor affaticamento della vista.
Con l’Hfr lo spettatore vede il film esattamente come se lo stesse guardando in presa diretta, come lo vede il regista mentre lo sta girando, specialmente quando nel lungometraggio ci sono scene con molta luce. Quello che manca, però, è il distacco. L’iperrealismo delle scene è quasi fastidioso a lungo andare e per questo la tecnologia Hfr dovrebbe fare un passo avanti di post produzione tentando di rendere, paradossalmente, meno alienante la perfezione cercando di inserire quella distanza tra spettatore e spettacolo che è fondamentale.
La qualità visiva del 3D high frame rates (Hfr) è comunque straordinaria ma finché i film dovranno uscire in varie versioni (2D, 3D 24 fotogrammi…) e finché le sale in grado di trasmettere questo tipo di formato saranno poche, che questa nuova tecnologia diventi standard è difficile e, forse, non è un male che lo sia perché ci sono, e devono continuare ad esserci, film che di tutto questo non hanno bisogno.