IL PROTAGONISTA DI “ITAKER” (TRAILER PRESENTATO AL NOSTRO FILM4MEETING) SI RIVELA UN PO’…
Attore eclettico, giovane rampante, arrivato ai 30 anni Francesco Scianna si dimostra un vero talento del nostro cinema, un raro esempio di classe e bravura che piace da noi come all’estero, rappresentando al meglio una categoria un po’ avara nel mostrarci la stoffa dei migliori. Scianna ha un futuro radioso davanti e noi siamo lieti di averlo incontrato e conosciuto in occasione del lancio di Itaker di Toni Trupia. Questo quello che ci ha raccontato a proposito della sua carriera…e del suo ruolo nel film.
RACCONTACI IL TUO PERSONAGGIO, IL PARTENOPEO BENITO?
Benito Stigliano è un magliaro napoletano trentenne, un ragazzo complesso e semplice allo stesso tempo. Forse il suo essere guappo è solo una maschera, una protezione, la risultante di una ferita. Dopo una prima esperienza da emigrante, tornato in Italia viene arrestato a causa di un furto e tenuto in carcere per circa 6 mesi. Una volta finita la detenzione ha assoluto bisogno di tornare in Germania, per scappare da tutto ciò che gli ricorda il suo passato…ma per superare il confine ed essere accettato come lavoratore in una fabbrica tedesca necessita del passaporto; essendo stato detenuto non è facile ottenerlo, e deve scendere ad un compromesso. Un prete glielo fornirà in cambio di un favore: accompagnare un giovane bambino, orfano di madre, fino in Germania alla ricerca del padre…da qui parte l’avventura!
COME NASCE IL TUO SODALIZIO ARTISTICO CON TONI TRUPIA PER ITAKER?
Ho conosciuto Tony Trupia molto bene durante le riprese di Vallanzasca perchè, per affrontare lo studio del personaggio da me interpretato, Francis Turatello, avevo necessità di trovare il maggior numero di documenti storici per ricostruire i fatti dettagliatamente, in più Tony ha affiancato Michele Placido e il cast aiutando le varie ricerche, mi colpì fin dalle prime battute la sua grande passione, conoscenza e sensibilità artistica. Un pomeriggio, alcuni mesi dopo l’uscita dello stesso Vallanzasca, ricevetti una chiamata da Placido il quale mi offrì il ruolo di Benito. Lessi la sceneggiatura subito dopo aver chiuso la telefonata, innamoratomi della storia e affascinato dall’idea di essere diretto da un giovane talento, dissi di si e due ore dopo ero nel film! Nacque così una lunga e meravigliosa collaborazione creativa tra me e Trupia, che metto tra le migliori della mia carriera finora.
COSA PUOI DIRCI DELLA TUA ESPERIENZA SUL SET CON MUCCINO NEL CORTO PER LANCIA “LA DOLCE VITA”?
Ricordo all’uscita dalla proiezione cinematografica del film L’ultimo Bacio mi guardai con un compagno dell’Accademia d’Arte drammatica “Silvio D’Amico” e dicemmo contemporaneamente di voler lavorare con lui. Non lo incontrai mai, fino ad un giorno in aeroporto in cui mi disse: “ho visto Baaria…mi sei piaciuto moltissimo”. Provai un misto di sensazioni euforiche per l’aprirsi, forse, di una possibilità lavorativa con Muccino, l’avverarsi di un altro dei miei sogni nel cassetto. Finalmente lui mi cercò, tempo dopo, per il cortometraggio Senza Tempo; io, nel frattempo, avevo seguito la sua carriera americana, apprezzandone con sorpresa ed ammirazione crescente la capacità artistica, anche nel lavorare in un sistema, per certi aspetti, ben diverso da quello italiano. Tre giorni di lavoro sul set con lui son stati più duri di un intero film: ho amato molto essere messo in crisi da lui…
4.CON CHI VORRESTI LAVORARE IN FUTURO?
Son tantissimi i registi in Italia e nel mondo con cui amerei entrare in collaborazione. Mi auguro semplicemente, e sono consapevole che è un lusso, di poter continuare a scegliere i progetti che mi vedono interprete di storie, personaggi e sentimenti, possibilmente spaziando in tutti i generi, senza mai abbandonare il teatro, luogo in cui son nato come artista pur avendo un desiderio misterioso per il cinema da sempre.