Jack reacher: recensione film

TOM CRUISE TORNA PIÙ CUPO DEL SOLITO IN QUESTO INSOLITO THRILLER FIN TROPPO CLASSICO, MA CONVINCENTE

GENERE: Thriller/Azione

USCITA: 3 gennaio 2012

Già dalla locandina del film si ha la sensazione che Tom Cruise voglia togliersi l’aria da bravo ragazzo, di cui evidentemente si è stancato. A 50 anni. L’ex-agente Ethan Hunt si trova ad affrontare un ruolo appena diverso da quello dell’agente segreto che l’ha riportato sulla cresta dell’onda l’anno scorso, ma la sensazione è quella di guardare un prodotto di intrattenimento di buona fattura che non vuole offrire nulla di nuovo allo spettatore. Ma pur giocando con gli stereotipi del genere intrattiene lo spettatore e, pur con qualche pecca, convince.

Jack Reacher non è il perfetto action-movie. Gli stessi Looper e Skyfall in fatto d’intrattenimento avevano offerto molto di più, ma se uno dimentica il fatto che Tom Cruise gioca a fare il Christian Bale della situazione allora si puo’ gustare veramente due ore –forse eccessive –di puro spettacolo hollywoodiano. Questa volta il divo lanciato da Top Gun è un ex-militare dal passato oscuro che vaga di città in città senza alcun documento, carta d’identità, e-mail… Non sembra mai rintracciabile, ma quando vuole rispunta sulla piazza, seminando il caos e facendo giustizia a modo suo. E questa volta vuole portare in gattabuia un criminale che aveva il grilletto facile già ai tempi della guerra in Iraq e ora ha fatto un massacro, uccidendo cinque civili: ma è veramente lui il colpevole?

Alla regia troviamo Christopher McQuarrie, solo alla sua seconda opera, ma con un passato di sceneggiatore di lusso, visto che nel suo curriculum figura anche un cult del calibro de I soliti sospetti. Qui il tocco di uno che ci sa fare con i dialoghi si sente eccome e le battute cult non mancano, anche se Cruise mira un po’ a replicare l’umorismo rozzo di Schwarzy e Stallone degli anni d’oro. La cosa divertente è che il divo del film a differenza dei due di sopra è particolarmente basso, ma risulta convincente quando riesce a picchiare a mani nude gente armata di mazze e pistola. Niente di credibile, ma un fan del genere si entusiasma con poco (soprattutto se il buon mestiere si vede, come in questo caso). E anche quando Reacher si getta in un inseguimento in una vecchia Cadillac è vero fomento, visto che non sono solo motori che rombano, ma anche sguardi pieni di odio e problemi senza apparente via d’uscita.

A volte ci sono inutili compiacimenti nella sceneggiatura e i dialoghi di Cruise con la bella e talentuosa Rosamund Pike –non la solita pupa- sembrano durare ore e difatti all’uscita dalla sala uno si chiede se in sala di montaggio gli addetti non si fossero dimenticati di fare qualche taglio in più. Poi per fortuna ci sono grandi presenze: basterebbe a far discutere il solo Werner Herzog, regista di capolavori quali Fitzcarraldo e Aguirre, qui alla sua prima prova recitativa in un blockbuster. Non gli viene concesso grande spazio, ma chi avrà la fortuna di vedere la pellicola in originale non potrà che ammirare terrorizzato l’estro recitativo del maestro tedesco, dal forte accento e dall’occhio bianco. La scena in cui descrive la sua condizione di prigioniero in Siberia a una delle sue future vittime è già cult. Guest-star di lusso sono infine Richard Jenkins e Robert Duvall.

Complessivamente Jack Reacher non è il film che consacrerà Cruise come divo dark, ma dopo le scorpacciate natalizie e il festone di fine d’anno prima di tornare al lavoro, dal 3 gennaio, un appuntamento con il militare vagabondo dal cuore d’oro potrà forse mettervi di buon umore come una piccola festività in più. 

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