Moonrise kindom – una fuga d’amore: recensione film

PICCOLI GRANDI ADULTI CRESCONO NEL NUOVO FILM DI WES ANDERSON 

GENERE: drammatico

DATA DI USCITA: 5 dicembre 2012

Lo stile visionario ed eccentrico del regista americano Wes Anderson, padre dei Tenenbaum, ritorna in questa nuova avventura filmata che ha tutto il sapore di un romanzo di formazione.

Siamo catapultati nell’estate del 1965, come evidenzia la grana vintage della pellicola. La macchina da presa indugia con le sue geometriche inquadrature all’interno delle stanze concatenate di una villetta nel New England, in cui vivono il signore e la signora Bishop (rispettivamente Bill Murray e Frances McDormand) coi loro figli. Susy (interpretata dall’esordiente Kara Hayward) è una dodicenne incompresa, alle prese coi turbamenti adolescenziali, che appare problematica agli occhi dei genitori.

Sulla stessa isola, un gruppo di scout ha fissato le proprie tende sotto la guida del capo scout Ward (Edward Norton). Tra queste giovani marmotte c’è Sam Shakusky (Jared Gilman, anch’egli alla sua prima apparizione), un ragazzino orfano, che non riesce a socializzare con i suoi compagni ed è definito “emotivamente disturbato” dalla famiglia a cui è stato affidato.  I due giovani protagonisti, accomunati da una sensibilità affine, si sono conosciuti tempo prima durante una recita, diventando amici di penna, fino ad organizzare nei minimi dettagli una fuga insieme. Sam e Suzy si inoltrano nei boschi. Il ragazzino sfodera le sue abilità da boy scout per far colpo sulla sua compagna d’avventura, che non ha portato con sé mezzi di sopravvivenza ma solo un giradischi, i suoi libri preferiti e il suo binocolo.

A contatto con la natura selvaggia i due coetanei si ritrovano innamorati in modo innocente. Nel frattempo il regno degli adulti, lasciato al di là della foresta, si sta mobilitando nelle ricerche, coordinate dal comandante Sharp (Bruce Willis). L’arrivo di una tempesta devastante sconvolgerà anche gli animi, per poi riportare la quiete sull’isola in ricostruzione. Nel cast figurano anche Tilda Swinton, severa assistente sociale rispettosa del protocollo,  Jason Schwartzman, Harvey Keitel e Bob Balaban, voce narrante. 

Wes Anderson utilizza la fuga di Sam e Suzy come l’espediente per far sì che i personaggi adulti non scappino più di fronte all’incapacità di affrontare i loro problemi. I due ragazzini invece proclamano il coraggio tipicamente giovanile, o  beata incoscienza che dir si voglia, quindi, se crescere significa smettere di combattere per amore o vivere separati, Sam e Susy sono disposti a morire congiunti. Questa drammatizzazione viene smorzata in chiave tragicomica e si ha un finale a lieto fine, non prima di rimanere col fiato sospesi.

Bisogna prestare un’attenzione particolare al pezzo finale della colonna sonora, “The Young Person’s Guide to the Orchestra”, una suite composta da Benjamin Britten, che si ascolta nei titoli di coda. Vengono enunciati tutti gli strumenti musicali a scopo didattico, ognuno ha il suo ruolo preciso e la sua importanza nell’orchestra, così come, secondo una proprietà transitiva, ogni essere umano nel mondo.

Maria Teresa Limosa

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