Scusa, mi piace tuo padre: recensione film

UN CAST DA SERIE TV MADE IN USA PER UN OTTIMA COMMEDIA CINEMATOGRAFICA

GENERE: commedia

DATA DI USCITA: 6 dicembre 2012

Siamo in Italia dove c’è una netta distinzione tra attori da fiction e attori da cinema, tranne in alcuni casi, dove i primi visti sul grande schermo sono sinonimo di film non solo di poco spessore ma anche di pochissimo interesse, al di là delle polemiche che molto spesso finiscono per essere poco più che demagogiche.

Siamo in Italia ma nel film Scusa, mi piace tuo padre (traduzione di mocciana memoria che svilisce una pellicola che nel titolo originale The oranges sottolinea la sua dignità cinematografica) ci so ritrova invece a Orange Drive sobborgo del New Jersey dove la vita di due famiglie, i Walling e gli Ostroff, proseguono tranquille per tutti i componenti, o quasi. Nina, infatti, la primogenita degli Ostroff (interpretata da Leighton Meester che al di fuori del ruolo di Blair Woldorf in Gossip Girl è una piacevole scoperta come interprete) che non sopporta la vita provinciale del luogo in cui è nata ma che torna, dopo molto tempo, a casa per il Natale a causa di una cocente delusione amorosa. Tra la ragazza e il capo famiglia dei Walling, David, nasce una storia d’amore che spezza la serenità delle due famiglia e del gentile sobborgo.

In questo lungometraggio, il primo del regista televisivo Julian Farino, vi è la crème de la crème delle serie tv statunitensi: nei panni di David infatti troviamo Hugh Laurie, orfano del suo dottor House, nei panni di suo figlio c’è Seth di O.C., Adam Brody, e in quelli del padre di Nina, Oliver Platt, ancora tra i protagonisti di The Big C. Quella che sulla carta sembra una rimpatriata dei protagonisti delle migliori fiction U.S.A. è in realtà un film che non solo risulta essere una splendida fotografia dei sobborghi americani ma anche un concentrato di ironia, sentimenti e disinibita.

Dall’’incipit da cui parte il racconto, che si presterebbe perfettamente a essere l’inizio di una commediola piena di equivoci esilaranti ma ben noti, si apre un racconto dove vengono descritte, attraverso le loro azioni, personalità diverse tra loro con un’ironia dolceamara, un ritmo e una vivacità narrativa non solo piacevoli ma anche fresche e mai banali.

Hugh Laurie in questo film dimostra di essere un attore in grado di dipingere su di se il personaggio, non facilissimo di David, un uomo nuovamente innamorato e felice e la Meester è un’ottima spalla in questo: la loro storia infatti non si lascia mai andare a momenti di facile volgarità ma viene descritta con delicatezza e sobrietà. Le due famiglie e le vicende che li uniscono in questo lungometraggio sono sempre verosimili nonostante le situazioni create dagli sceneggiatori Ian Helfer e Jay Reiss non siano facili da rendere tali.

Unica pecca di questo film è il finale, tirato troppo per le lunghe, e l’incapacità di mantenere fermo il punto di partenza iniziale per mancanza di coraggio.

Resta comunque negli occhi la visione di un buon prodotto che alterna momenti di riflessione a attimi di apprezzabile ironia. È un film di vite e sentimenti vari e variopinti, sempre lucidi e dolcemente umani.

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