The impossible: recensione film

L’APPASSIONANTE DRAMMA SULLO TSUNAMI INTERPRETATO DA UNA MONUMENTALE NAOMI WATTS

GENERE: Drammatico

USCITA: 31 gennaio 2013

Si pensava che realizzare un film sullo Tsunami dopo quello che aveva fatto Eastwood nei primi minuti di Hereafter o Emmerich con le inondazioni infinite di 2012 sarebbe stata una cosa abbastanza inutile. Tuttavia va’ detto che il lavoro compiuto da Juan Antonio Bayona, regista di The Orphanage, più che un film catastrofico, è un dramma sulla famiglia e sull’impatto che una catastrofe del genere comporta sui sentimenti dei suoi componenti, marito, moglie e tre figli. The Impossible, lo ricordiamo, è una produzione interamente spagnola, recitata in lingua inglese, ed è tra i drammi più intensi visti negli ultimi mesi, in grado di mescolare lo spettacolo dei kolossal statunitensi con l’intimismo di piccoli film francesi dal budget ridotto, capaci ugualmente di comunicare grandi emozioni.

Già The Orphanage era un film che pur sfruttando elementi canonici del genere analizzava il disagio di una madre alle prese con la perdita, non solo di una persona cara, ma anche di se stessa. In quel caso l’equilibrio familiare si ricompattava attraverso una soluzione assai particolare (correte a rivedervi la pellicola in questione, se non l’avete già fatto). Qui l’andamento è assai più convenzionale, ma va’ detto che sono tra le due ore più ‘difficili’ che uno spettatore possa sopportare.

Non si tratta di difficoltà a livello di ritmo, ma proprio a livello visivo. Alcune scene su ciò che accade dopo e durante la catastrofe sono talmente forti da spingere anche lo spettatore più insensibile a girare la testa o a grattarsela, cercando di pensare ad altro, mentre un dolore cocente gli cresce nello stomaco. Forse si puo’ dire che Bayona a quel punto punti eccessivamente sull’elemento sensazionalistico per far presa sullo spettatore: ma se poi uscendo dalla sala ti guardi intorno e vedi chi si soffia il naso deciso o chi è incapace di camminare a testa alta, allora vuol dire che qualcosa è successo. Perché grazie anche alle intense interpretazioni di Ewan McGregor, Naomi Watts e dei vari comprimari abbiamo avuto una pur vaga idea di cosa significhi attraversare una tragedia come quella dello Tsunami.

Bisogna fare un plauso in particolare all’attrice lanciata da Lynch: era dai tempi di 21 grammi che non offriva un’interpretazione così potente, visto che la Watts ha dato vita a un personaggio dall’anima e dal corpo letteralmente lacerati, con cui è impossibile non entrare in empatia, una volta che il disastro avviene. Eppure la sua forza d’animo è tale da essere il vero nucleo vitale del film. Si tratta probabilmente di una delle più grandi interpretazioni dell’anno in grado di competere con quelle offerte da Marion Cotillard in Un Sapore di Ruggine e Ossa e Emmanuelle Riva in Amour e non si puo’ che sperare che una di queste tre possa farsi valere nella prossima stagione dei premi, anche se forse la Watts avrebbe tutte le carte in regola per essere la più fortunata. 

Non va preso dunque alla leggera questo The Impossible. Siamo però certi che non lascerà un impatto indifferente sullo spettatore, che sarà costretto ad amarlo o ad odiarlo senza mezze misure. In ogni caso avete già capito chi scrive a quale categoria appartenga. 

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