TROPPO GIOVANI PER MORIRE, TROPPO GRANDI PER ESSERE DIMENTICATI
L’ultimo in ordine di tempo e di rimpianto è stato Heath Ledger protagonista di 10 cose che odio di te e indimenticabile Joker di Il cavaliere oscuro. È stata un’overdose a portarlo via, a soli 28 anni, il 22 gennaio del 2008 nel suo appartamento del quartiere di Soho, New York. Diventato famoso nel 2003 per il film Il destino di un cavaliere, Ledger è stata solo l’ennesima vittima dell’infelicità incomprensibile della fama.
Prima di lui, nel 1993 un altro attore all’epoca sulla cresta dell’onda, River Phoenix, fratello maggiore di Joaquin è stato trovato privo di vita sul marciapiede di un locale di proprietà di Johnny Depp a Los Ageles. Con 15 film all’attivo River era una stella nascente del cinema americano. La tragica ed improvvisa scomparsa, infatti, non gli permise di interpretare diversi ruoli per i quali era già stato scritturato: il giornalista Daniel Malloy in Intervista col vampiro di Neil Jordan (1994), che sarà poi interpretato da Christian Slater; Arthur Rimbaud in Poeti dall’inferno (1995) e Jim Carroll in Ritorno dal nulla (1995) (entrambe le parti sono andate poi a Leonardo DiCaprio).
Non solo le overdose, però, hanno stroncato sul nascere, o in pieno dell’ascesa, giovani attori: un caso emblematico di destino beffardo è stato quello di Brandon Lee, figlio di Bruce, che proprio nel film che lo portò alla notorietà, Il corvo, perse la vita durante una ripresa del film in cui una pallottola lo colpì erroneamente. Sulla sua morte però aleggiano ancora molti misteri: c’è chi dice che la sua scomparsa non è stata un errore ma un vero e proprio omicidio della mafia cinese che lo voleva nella propria industria cinematografica per la quale l’attore si rifiutò sempre di lavorare.
Storico capostipite degli attori la cui vita è stata spezzata troppo presto è sicuramente James Dean morto alla giovane età di 24 anni nel momento più alto della sua carriera. L’attore è diventata un’icona culturale di quella Gioventù bruciata di cui era interprete e simbolo: la gioventù seguace del motto carpe diem, del vivere fino infondo la vita, tanto da incontrare troppo presto la morte.
Diventato popolare in tutto il mondo grazie a soli tre film come protagonista (Gioventù bruciata, La valle dell’Eden e Il gigante) Dean perse la vita in un terribile incidente stradale il 30 settembre nel 1955.
Ciò che avrebbero potuto dare queste giovanissime vittime della loro infelicità o del destino al cinema mondiale lo possiamo, a oggi, solo immaginare riguardando le loro interpretazioni, i loro volti immortalati nella pellicola.
La cosa peggiore nella vita, dicono, è avere rimpianti: loro sono un grandissimo rimpianto nella storia della settima arte.