LA REGISTA AMERICANA VANTA GIÀ DUE OSCAR NEL 2010
Ha raggiunto i cuori degli spettatori e il rispetto dei colleghi, Kathryn Bigelow. Ciò che l’ha contraddistinta è lo sguardo attento nei confronti di problematiche sociali e attualità che ha interessato l’opinione pubblica. Ha uno stile particolarmente duro nel raccontare la profondità delle storie che vuole raccontare, storie che non tutti riuscirebbero a rendere capolavori cinematografici. Già premiata nel 2010, con gli Oscar alla miglior regia e miglior film per The Hurt Locker, anche quest’anno è candidata con ben 5 nominations per il suo ultimo lavoro Zero Dark Thirty.
Nata a San Carlos (California) nel 1951, nella prima parte della sua vita si dedica all’arte, lavorando e studiando come pittrice. È quando si trasferisce nella Grande Mela che inizia ad interessarti al cinema, tanto da iscriversi alla Columbia’s Film School. Decide di dedicarsi a tempo indeterminato alla regia, dopo il cortometraggio The Set-Up (1978). Il suo primo lungometraggio è The Loveless (1983), nel quale riprende la tanto amata arte ispirandosi ai lavori di Edward Hopper.
Comincia a farsi conoscere nell’ambiente cinematografico grazie a Blue Steel – bersaglio mortale (1988), aiutata da Oliver Stone che in lei vede del talento. Il film però non viene apprezzato dai seguaci dei prodotti delle grandi distribuzioni, mentre è visto con interesse dagli appassionati del cinema indipendente. Un discreto successo arriva con Point break – Punto di rottura (1991), film d’avventura che vede protagonisti Keanu Reeves e Patrick Swayze.
Nel frattempo, conosce quello che per due anni (1989 – 1991) sarà suo marito, il regista americano James Cameron, il quale co-sceneggia e co-produce il film da lei diretto Strange Days (1995). Non si è fatta mancare neanche l’esperienza televisiva la Bigelow, che su consiglio di Stone dirige alcuni episodi della serie tv poliziesca Homicide (2000).
Nel 2010 arriva la consacrazione della fama con il capolavoro bellico The Hurt Locker, nel quale racconta le vicende di una squadra di soldati americani durante la guerra in Iraq. Il film non solo la fa entrare nella storia del cinema come la prima donna ad aver vinto la tanto ambita statuetta dorata per la miglior Regia, ma ottiene altri ben 5 Oscar: miglior film, miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio sonoro, miglior sonoro, miglior montaggio.
Il recente Zero Dark Thirty è un lavoro dall’impatto spiazzante esattamente come il sopra citato lungometraggio, ed ha delle buone possibilità di vittoria anche se la qualità dei film in gara è alta e con essa anche la competizione. Questa volta la cineasta ha voluto narrare la storia dell’analista che riuscì a scovare il nascondiglio di Osama Bin Laden, creando un’opera coerente con il suo stile dettagliato e pungente.