LA REDAZIONE SI CONFRONTA, TOVANDOSI IN ACCORDO, SU UNO DEI FILM PIÙ ATTESI IN ITALIA
Finalmente è uscito nelle sale The Master il film sorpresa della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia che è valso la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile ad entrambi i protagonisti, Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman. La redazione, che ha visto in anteprima il lungometraggio molto vicino secondo molti alla vittoria di qualche Oscar, si trova d’accordo, come raramente accade, sul constatare che il film di Paul Thomas Anderson, ispirata alla nascita di Scientology, è l’ennesima grandiosa opera del regista.
IL FILM MANTIENE LO STILE DEL REGISTA?
SANDRA MARTONE: Anderson in The Master mantiene il suo ineccepibile stile. Perfetta la regia, il montaggio e la colonna sonora. Quello che cambia in questa opera rispetto a quella precedente, Il petroliere, che fu candidato a tre premi Oscar, è l’assenza di un inizio forte e la mancanza di una cruenta fine mentre, rispetto a Magnolia, manca la coralità. The master è un film diverso rispetto a quelli a cui il regista ci ha abituati. È un film incentrato molto sui dialoghi, sui primi piani, sul perfetto amalgamarsi dei due attori protagonisti che è la base di questo racconto cinematografico dal finale liberatorio.
VALERIA VINZANI: c’è da dire che ogni film è a se, ma che lo stile del regista spesso si fa sentire lungometraggio dopo lungometraggio. L’attenzione per i dettagli, la meticolosità con la quale è girato il film, il risultato perfetto è il denominatore delle opere di Anderson. La narrativa è diversa ma il perché è da individuare nel soggetto che per forza di cose doveva essere didascalico. È stato bravo a trovare attori perfettamente in parte, poteva venirne meno la resa finale.
QUALE TIPO DI PUBBLICO POTREBBE CONQUISTARE?
SANDRA MARTONE: Un pubblico di adulti e di curiosi di cinema. È un film molto lungo, intenso e didascalico dalla tematica non facile e trattata forse non con troppa originalità ma con una chiarezza assoluta grazie al dialogo continuo. Il film è una gioia per gli occhi e per le orecchie, ma non è un film per tutti, non si tratta di un lungometraggio mainstream.
VALERIA VINZANI: sono assolutamente d’accordo con Sandra. È molto particolare come film, e le riflessioni che vengono fatte nei dialoghi tra i protagonisti sono da ascoltarle bene e capirne il significato. Meritano davvero, anche se contribuiscono alla lunghezza del lungometraggio e alla sua lentezza.
LO CONSIGLIERESTI?
SANDRA MARTONE: Sì, e con fermezza, sia per la bravura del regista che per quella degli interpreti e anche perché è interessante vedere come in un momento di fragilità qualsiasi cosa possa essere inculcata nella testa di un individuo e allo stesso modo è bello vedere quanto la ragione umana alla fine vince sul bisogno di avere un padrone. Questo film è un inno alla libertà.
VALERIA VINZANI: decisamente, è un film provocatorio che vuole andare a scuotere gli animi e le menti delle persone. Ti mostra come le persone possano essere manipolate, anche attraverso l’unione inconsapevole che nasce in una setta. Di ottima qualità, interpretazione fantastica. Un consiglio per cinefili doc.
Scritto da Sandra Martone e Valeria Vinzani