IN ANTEPRIMA MONDIALE A ROMA IL PRIMO CAPITOLO DELLA TEEN SAGA CHE NON SI PRENDE TROPPO SUL SERIO
Atteso da squadroni di entusiaste fan arrivate da tutta Italia per vederlo, ferme imperterrite sotto la pioggia gelida fin dalla prima mattinata all’esterno del cinema Adriano, arriva a Roma il giovane e bravissimo attore inglese Nicholas Hoult, che, a soli 23 anni, vanta già un curriculum di tutto rispetto: Nicholas ha iniziato a recitare a 7 anni, e a 12 ha conosciuto il suo primo grande successo, fronteggiando alla pari un veterano come Hugh Grant in About A Boy. Poi sono arrivati film di genere come Scontro tra Titani, X-Men- L’inizio (dove ha ricoperto il ruolo di Bestia), opere impegnate come A Single Man di Tom Ford e serie di culto come Skins.
L’attore è sbarcato nella capitale per presentare in anteprima mondiale il fantasy-teen movie, Warm Bodies, diretto con intelligenza ed eleganza da Jonathan Levine e tratto dal best-seller di Isaac Marion.
Nicholas risponde con gentilezza a ogni tipo di domanda cercando di glissare con eleganza quelle sulla sua vita privata essendo lui il compagno della candidata all’Oscar Jennifer Lawrence. Non si spazientisce mai neanche alle domande più irriverenti che cercano di attizzare una polemica tra il film e la saga creata da Stephenie Meyer.
“Intanto per questo film non c’è mai stata, fin dall’inizio, l’intenzione di farne una serie, il libro è unico e dunque doveva essere un’opera a sé stante, anche se sappiamo che oggi non si esclude mai un sequel se il primo ha successo e se si trova una buona storia. Ma quando ho letto la sceneggiatura mi ha colpito subito la differenza di tono nella storia di Marion. Warm Bodies è molto diverso, non si prende mai molto sul serio, riesce a ridere sugli zombi pur senza farne una parodia, mentre la saga di Twilight, che ho visto solo dopo aver letto il copione e il libro, è più seriosa”.
A un’altra domanda che chiede se abbia cercato consapevolmente lontano dallo stile di recitazione di Robert Pattinson nella serie, Nicholas ribadisce la diversità anche di motivazioni tra i due personaggi:
“Edward cerca di tenere lontana Bella perché ha paura di quel che potrebbe farle, mentre R invece vuole stare il più possibile vicino a Julie, perché vuole proteggerla e tenerla con sé, e sa di essere in grado di farlo. Comunque quando ho letto il copione mi è piaciuto moltissimo, ho capito che non sarebbe stato un personaggio facile da interpretare ma ho desiderato subito farlo. E facendolo ho cercato di costruire qualcosa di positivo per il film, non in contrasto o in opposizione a una saga che al momento, ripeto, non avevo comunque visto”.
E’ stato difficile trasformarsi in zombie?
“Intanto abbiamo fatto, con Rob Corddry e gli altri attori che interpretano gli zombi, una specie di campo di addestramento zombi, e tra gli allenatori c’era anche un membro del Cirque du Soleil che ci ha fatto fare degli esercizi particolari. Ad esempio facendoci entrare in una stanza e dicendoci che sul tavolo vicino alla parete c’era il cibo di cui andavamo ghiotti, cervello, e il primo ad arrivare come zombi sarebbe stato anche il primo a mangiare. Per cui dovevamo trovare il nostro modo di camminare e muoverci come zombi.
Nel film non parlo molto, più che altro emetto dei suoni, però imparo, man mano che divento più umano, perciò abbiamo fissato con Jonathan dei momenti particolari in cui far vedere questi cambiamenti nel linguaggio e nel modo di muoversi. Quello che è difficilissimo è correre come uno zombie. La mia partner, Teresa Palmer, correva piuttosto velocemente e io dovevo starle dietro senza perdere l’andatura da morto vivente. Quindi… ho fatto anche un sacco di tapis roulant”.
Nicholas ha le idee chiare anche sulla somiglianza tra un personaggio come Bestia e R:
“non li definirei dei mostri, quanto piuttosto degli outsider, personaggi che incutono timore ma che vogliono disperatamente, come R, sentirsi di nuovo umani ed entrare in relazione con gli altri. Quando li si conosce si capisce che non sono persone da temere, ma anime pure, buone”.
Che film ha visto per prepararsi al ruolo?
“Abbiamo naturalmente visto tutti i film possibili e immaginabili sul genere, dai classici a quelli più recenti come Shaun of The Dead e Zombieland, ma anche Edward Mani di Forbice, Wall.e, e Lo scafandro e la farfalla, tutti film i cui protagonisti sono personaggi con qualche difficoltà a comunicare e a farsi capire. Ed è vero che nel film si vede la copertina del blu-ray di Zombie 2 di Lucio Fulci, un ottimo film che ho visto qualche anno fa, ma non in preparazione per questo”.
E sul messaggio principale del film Nicholas non ha dubbi: “il messaggio principale del film non sta nel fatto che tutti devono essere uguali e la diversità è il male, tutt’altro, si dice che il cambiamento è una buona cosa, il bene vince sul male e l’amore vince su tutto, e R riesce a farsi accettare per quello che è: nonostante quello che ha fatto, Julie si fida di lui e gli si avvicina”.