ENTRA NEL VIVO LA GARA NELLA CAPITALE TEDESCA
A Berlino la gara della Berlinale numero 63 è entrata nel vivo. Tre film in concorso sono stati presentati infatti oggi al Festival: Paradise: Hope di Ulrich Seidl, Promised Land di Gus Van Sant e In the Name of della regista polacca Malgorzata Szumowska, già autrice di Elles, con la Binoche.
Con Paradise: Hope, Seidl conclude la sua trilogia (che si compone di altri due titoli, Paradise: Love e Paradise: Faith presentati a Cannes e Venezia) raccontando la storia di Melanie, una ragazzina obesa che viene affidata alle cure di un centro dietetico perché perda peso, e si ritrova insieme ad altri ragazzi con le sue stesse problematiche, con i quali condividerà frustrazioni e momenti di svago durante il soggiorno di cura.
Il film di Van Sant è un dramma teso che affronta temi legati alla politica, l’ecologia e l’attuale situazione economica, di Matt Damon il ruolo di Steve, un rappresentante che insieme ad una sua collega (interpretata da Frances McDormand) viene inviato in una località rurale per concludere un affare molto importante, fondamentale per l’espansione della sua azienda. Un incarico che sulle prime sembra facile, ma in seguito sarà ostacolato da alcuni abitanti della comunità, tra cui un insegnante.
Il terzo film in concorso punta su una tematica complessa come quella dell’omosessualità dei sacerdoti: il protagonista è un prete che apre un centro per ragazzi difficili, all’interno di una piccola comunità di campagna. Durante il suo incarico, rifiuta le avance di una giovane, sottolineando che il suo ruolo gli proibisce di legarsi sentimentalmente ad un’altra persona, ma quando incontrerà Łukasz, un ragazzo taciturno e solitario, avrà grosse difficoltà a tenere a freno quello che prova per lui.
Tre temi difficili e ben gestiti dai loro registi.
Altro protagonista della giornata è stato Joseph Gordon-Levitt con il suo esordio come regista in Don Jon’s Addiction, già presentatoal Sundance Film Festival 2013 nella sezione Premieres, che a Berlino troviamo in Panorama. Come James Franco, Gordon-Levitt, oggi trentenne, si è presto sganciato dal semplice ruolo di attore per affrontare diversi progetti personali, tra cui la creazione della piattaforma HitRecords, luogo di produzione collettiva e di coworking per animatori, montatori, filmmaker e produttori indipendenti.