Berlinale 2013: incontro con il regista e il cast di “la migliore offerta”

GIUSEPPE TORNATORE. L’UNICO ITALIANO A RAPPRESENTARE IL NOSTRO PAESE ALLA KERMESSE NELLA SEZIONE BERLINALE SPECIAL

A parte un documentario e la presenza di nostri connazionali in sezioni minori quest’anno alla Berlinale 63 l’Italia non ha nessun film in concorso. Ma a portare alta la bandiera del nostro paese è arrivato nella capitale tedesca Giuseppe Tornatore che ha presentato al mondo la sua ultimo pellicola mittel-europea, e per questo già di fattezze internazionali, La migliore offerta.

Abbiamo incontrato il cast e posto loro qualche domanda su questo lungometraggio che in Italia è uscito nel giorno di Capodanno e che è stato apprezzatissimo da pubblico e critica.

Come è nata questa ‘migliore offerta’? Volevi girare un film ambientato nella Mitteleuropa?

Giuseppe Tornatore: Non esattamente. Il punto di partenza è stata la gioia di raccontare questa storia. Quando abbiamo cominciato a cercare le location adeguate è arrivata l’idea di girare a Vienna, ma non è stata una scelta predeterminata. La storia in sé avrebbe potuto essere ambientata ovunque, ma temevo che un setting italiano sarebbe risultato troppo cronachistico così ho scelto di ambientare la storia in una Mitteleuropa indefinita.

Geoffrey, come è stata la tua esperienza con Giuseppe?

Geoffrey Rush: Tornatore mi ha offerto un grandissimo ruolo da protagonista e sono stato particolarmente felice di recitare con un maestro italiano come lui. Per me è un grande onore.

Stavolta tu e Jim Sturgess, la tua controparte, interpretate due personaggi opposti. Il tuo è un uomo di mezza età ancora vergine. Come ti sei trovato a interpretare un uomo che ha scarso successo col gentil sesso?

Geoffrey Rush: Per me è stato un enorme piacere interpretarlo. Adoro quella caratteristica del classicismo europeo che è non rendere mai il personaggio prevedibile. Il mio Virgil ha una sua complessità interiore che lo rende chiuso e restio ad avere relazioni. E’ un uomo molto ricco e molto solo. In contrasto a lui troviamo un giovane uomo che ha un enorme successo con le donne e che è abile nei lavori di precisione. E’ stato divertente confrontarsi con Jim. Il fatto di aver interpretato un vergine è stata la ciliegina sulla torta di questa esperienza.

Jim Sturgess: Geoffrey è una persona estremamente carismatica. Averlo sul set al tuo fianco è un’esperienza incredibile. E devo dire che è stato divertente dargli consigli su come conquistare le donne.

Jim, tu come sei approdato al progetto?

Jim Sturgess: Mi ha contattato direttamente Tornatore. Quando mi è stato detto che Tornatore mi voleva per fare un film con Geoffrey Rush musicato da Ennio Morricone non è stato un grande dilemma dire di sì.

Maestro, può raccontarci la sua esperienza nella composizione delle musiche?

Ennio Morricone: Al di là del tema d’amore, tutto il resto è nato dalla mia ispirazione dalla storia. Poi però ho cominciato a ragionare sul mio passato e mi sono ricordato di come lavoravo all’inizio della mia carriera componendo colonne sonore. Nei primi trenta film che ho musicato ero solito comporre separatamente le singole parti, ma poi ho dovuto modificare la mia tecnica per adeguarmi alle necessità dell’industria cinematografica. La colonna sonora de La migliore offerta è frutto della mia correzione. E’ un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza. Nessuno di quelli che hanno suonato e cantato per questo film conosceva il risultato definitivo. Sono state tutte prestazioni individuali. Poi ho lavorato insieme a Tornatore, all’ingegnere del suono e al montatore delle musiche e in sinergia abbiamo trovato la giusta soluzione, ma il risultato avrebbe potuto anche essere differente data la fluidità che queste strutture davano.

Come mai il cast del film è interamente internazionale?

Giuseppe Tornatore: Questa storia non mi sembrava adatta all’ambientazione italiana, era impossibile nella mia mente radicarla nel mio paese. Peggio ancora sarebbe stato ambientarla in Mitteleuropa con un cast italiano.

Geoffrey Rush: Tra le critiche che ho sentito fare al film qualcuno si è lamentato per il fatto che ci troviamo a Vienna, ma sentiamo parlare inglese. Shakespeare ha ambientato Romeo e Giulietta a Verona, ma i personaggi parlano in pentametri inglesi, Tom Hooper ha diretto Les Miserables che è ambientato in Francia, ma tutti cantano in inglese. Non mi pare che nessuno abbia problemi al riguardo. Tra l’altro il nostro è un film in cui si possono leggere tante metafore, fin dalla scelta di iniziarlo a Vienna e concluderlo a Praga.

Sylvia, il tuo è un personaggio molto intrigante. Parlaci della sua costruzione.

Sylvia Hoeks: Uno dei motivi per cui volevo fare l’attrice era comprendere i comportamenti di persone molto diverse da me. Stavolta mi sono documentata a lungo sull’agorafobia e sulle nevrosi per capire bene come avrei dovuto recitare e poi mi sono affidata ai consigli del regista.

Tra i vari attori diretti nel corso della tua carriera, oltre a Geoffrey Rush, c’è un altro grandissimo nome, Philippe Noiret. Sarebbe bello se potessi fare un confronto tra loro due?

Giuseppe Tornatore: Sono contento di questa domanda perché Philippe Noiret e Geoffrey Rush sono due attori molto simili. Sono due grandi interpreti, davvero grandi, ma il rapporto umano con loro è bellissimo. E’ come lavorare con dei compagni di scuola. Noiret aveva questo stesso tipo di leggerezza di Geoffrey, però quando dai l’azione si traformano e diventano i grandi attori che sono. Sono stati due incontri importanti perché mi hanno insegnato che più si è grandi più si è semplici.

Maestro, nonostante una carriera lunghissima e ricca di soddisfazione continua a produrre musica per il cinema. Cosa la spinge a continuare a lavorare?

Ennio Morricone: La passione. L’aspetto più bello di questa professione è scrivere la musica e io la scrivo tutta. Ho la passione di scriverla, di ascoltarla e ho la curiosità di sperimentare cose nuove. E’ questo che mi spinge ad andare avanti.

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