DOPO “IL CASTELLO” MASSIMO D’ANOLFI E MARTINA PARENTI TORNANO CON IL LORO NUOVO LAVORO
Massimo D’Anolfi e Martina Parenti sono aria pura nel mondo del documentario italiano. Già con il loro lavoro Il castello avevano avuto forti consensi da parte della critica ma ora con Materia oscura non fanno altro che sottolineare il loro grande talento sia dal punto di vista puramente registico sia per quanto riguarda la loro capacità di raccontare.
Il luogo che i due documentaristi vogliono far conoscere al pubblico in questo docu-film è Poligono Sperimentale del Salto di Quirra, situato in una regione della Sardegna compresa tra le province di Cagliari e Nuoro. Attivo dal 1956, in questo posto si effettuano sperimentazioni di strumenti bellici e continue esplosioni evocando qualcosa di molto più complesso della sola guerra: perché a forza di sperimentare e far brillare arsenali, la terra e le acque della zona si sono avvelenate di sostanze chimiche assai nocive, con gravi conseguenze per la salute degli abitanti e del bestiami che lì pascola e viene allevato.
Con Materia oscura i due registi non intendono cercare il facile scandalo o addossare colpe ma si limitano, tramite immagini silenti che vengono squarciate dai suoni delle bombe o interrotti da quelli degli animali, a far vedere ciò che accade.
La denuncia arriva lenta e si prende il suo tempo attraverso l’agonia di un vitello che non viene mai raccontata in maniera pietosa lasciando allo spettatore il dardo del giudizio.
In materia oscura vengono dipinti due mondi, quello della natura e quello della guerra, che, pur essendo l’uno il contrario dell’altro, convivono in uno stesso territorio dove il meno forte sta lentamente morendo.
Questo documentario attraverso il realismo che ne è proprio nasconde in sé anche una riflessione profonda sul nostro rapporto con territorio e la materia oscura che da il titolo al lavoro non è altro che ciò che non vediamo o ci rifiutiamo di vedere.