oscar 2013: il meglio o il peggio di hollywood?

IN UNA SOLA SERA, ANZI DALLE ORE 16 A LOS ANGELES, COMINCIA LO SHOW, TRA SBADIGLI E VINCITORI ANNUNCIATI 

Ammettiamolo, gli Oscar sono una boiata pazzesca. Sorrisi di plastica, tutto orchestrato a puntino, una noia mortale e bellezze bloccate dal political correct, pochi i vip lasciatisi andare a ringraziamenti sinceri, Anne Hathaway e Claudio Miranda su tutti. God, wife, love of my life e tutti gli amici da far salire sul carrozzone dei ringraziamenti a statuetta ricevuta. L’edizione numero 85, condotta da uno scialbo Seth MacFarlane è filata via nemmeno fosse un’estrazione dell’enalotto, una volta appurata la “non-vincita” strappi via l’invito con malcelata consapevolezza.

Almeno diamo atto agli Oscar, anzi agli Acadamy Awards, di aver aggregato la popolazione losangelina in un momento di solenne socialità, costretta dal traffico biblico a lasciare la macchina in mezzo alla strada per finire a sbronzarsi al primo dei numerosi bar che vampirizzano il Sunset  boulevard. Il tanto celebrato post party alla fine non è stato altro che luci mondane e passerella chilometrica per accedere alla festa di Vanity Fair.

Durante la cerimonia le scelte sono state salomoniche e dettate da un’Industria che, come la falsa politica da noi, soppesa ogni minimo dettaglio e assegna i premi in base al possibile ritorno d’immagine del momento, ogni anno lasciandosi “folgorare” da un tema portante. Quest’anno credo fosse lo sdoganatissimo “rinnovamento” generazionale, almeno stando a vedere alcune vittorie platealmente esagerate o ad alcune pellicole indegnamente snobbate.

Miglior film, come avevo predetto, Argo, bravo Ben Affleck, autore un film solido, che non è però riuscito a farmi spellare le mani dagli applausi. Infine, la considerazione sulla noia viene mantenuta dalla scelta di usare il mezzo musical come andamento dello spettacolo. Sipario cinematografico lungo 3 ore e mezza, al cui confronto la messa pasquale regge meglio il ritmo.

Il minimalismo scelto quest’anno dalla regia è sintomo di scarsità di idee, nel momento in cui l’attenzione generale ha cominciato a vacillare le persone a disagio si sono guardate intorno e hanno continuato ad affogare la serata nella personale vaschetta di nachos. Almeno il rumore di fondo ha impedito di ascoltare la boob song che vi propongo qua sotto. Trishtes! 

SB

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