L’ULTIMO FILM DI DIEGO SOLINAS NON RIECE A UNIRE AMORE E FANTASCIENZA
GENERE: fantascienza
DATA DI USCITA: 28 febbraio
Nel raccontare come gli è nata l’idea di dar vita ad Upside Down, il cineasta argentino Diego Solinas, ha ammesso di essere stato ispirato da un’immagine nel dormiveglia: quella di due montagne che, una dritta e una al contrario, si toccavano cima contro cima.
La verità è che quest’idea dei due mondi contrapposti non è nuovissima: in principio fu Dickens, con il suo romanzo Racconto di due città, e il penultimo è stato Christopher Nolan con Il cavaliere oscuro-il ritorno.
Fin dai primi momenti della pellicola viene sottolineato, dallo stesso protagonista-narratore Adam (Jim Sturgess), che siamo davanti a una storia d’amore. E in effetti è proprio nel mancato amalgamarsi di due generi così diversi, quello romantico e quello fantascientifico, che il nuovo film di Solinas si perde nonostante i buoni momenti di pathos e le eccellenti immagini che metaforicamente sottolineano questo amore che unendosi non fa altro che distruggere ciò che natura non può, nel film, tollerare.
L’impossibile storia tra Adam e Eden (Kirsten Dunst) procede arrancando e si risolve anche peggio. È toccante il disperato tentativo di Adam nell’invertire su ogni legge di gravità imposta pur di incontrare la sua amata, anche solo per qualche istante e sono bellissime le metafore che sottolineano . Il problema però è che moltissimi passaggi nella storia non sono coerenti e che il finale rovina, buttandosi sul favolistico, un film che invece dal punto di vista registico e squisitamente estetico è davvero notevole e, a tratti, spettacolare.
Due generi cinematografici che potrebbero convivere vengono invece divisi in un lavoro concepito bene dal punto di vista visivo e molto male, da quello della sceneggiatura tanto che sembra di stare davanti a due film diversi, che incontratisi casualmente danno vita a un lavoro privo di coerenza per quanto spettacolare agli occhi.