L’OPERA PRIMA DI GIORGIA FARINA È UNA PELLICOLA FRESCA E NON PRIVA DI INGENUITÀ
GENERE: commedia
DATA DI USCITA: 7 marzo
Donne, un piccolo borgo dove tutti sparlano e un mistero. Visto così il format potrebbe facilmente ricordare le prime stagioni di Desperate Housewives e, in effetti, al di là del fatto che le donne in questione sono solo tre e che nessuna di loro è una casalinga disperata l’idea sceneggiata da Fabio Bonifacci e da Giorgia Farina, ventisettenne che firma anche la regia del film, Amiche da morire qualcosa in comune col serial-drama ce l’ha.
Ma Wisteria Lane è lontana e qui ci troviamo in una piccola isola del sud Italia non ben identificata nella quale vivono tre amiche che per diversi motivi vengono tenute lontane dalle persone del paese: Gilda (Claudia Gerini) è una sorta di Bocca di Rosa che, come la protagonista della canzone, si tira addosso l’ira funeste delle cagnette a cui sottrae l’osso e viene ghettizzata, Crocetta (Sabrina Impacciatore) a differenza di Gilda non ha un rapporto così intenso col sesso opposto in quanto ha su di sé la croce di portare male soprattutto a chi le si avvicina sentimentalmente; infine c’è Olivia (Cristiana Capotondi) bellissima e aggraziata donna che ha come consorte un marito ricco e bello e per invidia viene messa all’angolo dalle compaesane.
Oltre ad avere in comune la disapprovazione di tutti gli isolani le tre protagoniste si ritrovano a condividere, loro malgrado, un segreto che pian piano comincia ad attirare la curiosità della gente e i sospetti del commissario dell’isola interpretato da Vinicio Marchionni.
Guardando oltre qualche ingenuità registica e qualunquista, soprattutto nel descrivere la realtà di una piccola provincia, la pellicola della giovane Farina, corredata da una colonna sonora mai casuale e aiutata dal un trio di attrici che interpretano molto bene, anche se a volte scadono nella macchietta, le diverse personalità e storie dei loro personaggi, risulta essere un film fresco e godibile, forse non nuovo ma di certo non vicino alla totale banalità.
Apprezzabile l’ottima scrittura anche dei personaggi di contorno, divertenti le gag e straordinari i paesaggi pugliesi che ospitano le azioni e interazioni. In più il tocco noir della trama stuzzica la curiosità delle risate, non stupite, ma sincere dello spettatore.