Benvenuto presidente: incontro con il cast

CLAUDIO BISIO, KASIA SMUTNIAK, GIUSEPPE FIORELLO, REMO GIRONE, TUTTI A ROMA PER PRESENTARE BENVENUTO PRESIDENTE

Benvenuto Presidente, il nuovo film di Riccardo Milani, dal 21 marzo al cinema in 400 sale, prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, è stato presentato oggi alla stampa e ad accompagnare il regista, era presente quasi l’intero cast. Una commedia popolare quella di Milani, una farsa sulla politica italiana e in particolare sulle istituzioni, in cui Claudio Bisio, interpreta un uomo semplice, che vive in un paesino di montagna. Il suo nome è Giuseppe Garibaldi, Peppino per tutti, il quale per errore, viene eletto Presidente della Repubblica.

Benvenuto Presidente, dall’inizio alla fine, sembra attraversato da una forte ideologia grillina, vi ritrovate in questo?

RICCARDO MILANI: Direi di no. Benvenuto Presidente non è un inno al grillismo, ma una commedia popolare, leggera e surreale come lo è il nostro paese oggigiorno.  Io respiro aria di antipolitica da sempre, il nostro paese ha subìto molti cambiamenti negli ultimi anni e alcune argomentazioni di Grillo fanno parte di noi e il film non fa altro che cogliere il clima sociale del nostro Paese. Inoltre e questo è presente soprattutto nella seconda parte del film, io non mi schiero in toto con l’antipolitica. Spesso si additano i politici per coprire responsabilità che sono di noi tutti e il personaggio di Bisio lo esprime in maniera evidente.

FABIO BONIFACI: Ho iniziato a scrivere di questo film (dal soggetto di Nicola Giuliano anche produttore), tre anni fa quando il Movimento 5 stelle, quasi non esisteva; è dunque solo un caso che esso sia attraversato da un’ideologia comune ai grillini. Il mio obiettivo è stato quello di descrivere, attraverso la storia di Garibaldi Presidente, il nostro paese a livello sociale e politico e credetemi, è stato più difficile del previsto: come descrivere la forma transitoria delle nuvole.

CLAUDIO BISIO: Tutto è cambiato da tre anni ad oggi, pensate che a quei tempi Grillo era un mio collega, e non immaginate quanto sia stato difficile scrivere di questo paese proprio in questo momento di grandi cambiamenti. Più cercavamo di allontanarci dalla realtà e più ne indovinavamo le mosse. Ad un certo punto Bonifaci mi ha chiamato e mi ha detto, basta il film non si farà più: era quando Napolitano ha fatto sì che Berlusconi si dimettesse per lasciar spazio a Monti. In quel momento la realtà ha superato l’immaginazione e un film, che nasceva come farsa, di colpo è diventato iperrealistico.

Bisio, come ti sei trovato nei panni del Presidente della Repubblica?

CLAUDIO BISIO: Inizialmente non ero molto convinto di interpretare questo ruolo, il senso di responsabilità pesava e io ho accettato solo perché si trattava di una commedia, in cui aleggiava la dimensione politica e istituzionale del nostro paese. Inoltre ho l’età giusta per essere Presidente. Nicola Bonifaci si è documentato: per essere eletti Presidente della Repubblica non occorre essere né deputati, né senatori, è richiesto essere cittadino italiano, avere più di cinquant’anni e incensurato. Io ho interpretato il mio personaggio con la mia leggerezza e la mia personalità. Peppino è di fatto la persona meno plausibile per fare il politico e forse per questo più giusta.

Chi è il Giuseppe Garibaldi della politica italiana?

CLAUDIO BISIO: Il nostro Presidente, Giorgio Napolitano.

 

Benvenuto Presidente uscirà nelle sale dal 21 marzo, consigliato a chi non disdegna le commedie italiane degli ultimi anni.

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