DA “QUASI AMICI” AD HOLLYWOOD. RITORNA SUL GRANDE SCHERMO IL PRIMO ATTORE DI COLORE CHE HA VINTO UN CÈSAR
Dopo Quasi amici, film francese campione d’incassi e di crtitica dello scorso anni, la carriera di Omar Sy è decollata velocemente tanto che la sua prossima tappa sarà Hollywood dove farà parte del cast di X-Men: Days of Future Past.
Dal prossimo 28 marzo però lo vedremo ancora alle prese con la commedia poliziesca Due agenti molto speciali che in Francia ha ottenuto un grandissimo successo.
Ecco cosa ci ha raccontato l’attore:
Guardando al poliziotto Ousmane Diakité, viene naturale un confronto con Eddie Murphy in Beverly Hills Cop e 48 ore
Amo molto i suoi film e mi ha certamente ispirato per questo personaggio. Mi fa quindi piacere quanto mi si paragona a lui. Ma sono un altro tipo di attore, ho la mia pelle.
Quanto è cambiata la tua carriera dopo Quasi amici?
C’è stato un prima e un dopo Quasi amici.
Si parla anche di un remake statunitense del film. Ne sai qualcosa?
Su questo rifacimento non ho nessun potere e dagli Stati Uniti non mi hanno chiesto nulla. Al momento comunque non esiste ancora niente, quindi è difficile giudicare anche se circola il nome di qualche attore.
Anche in questo film comunque c’è una coppia di persone diverse come in Quasi amici
Sono d’accordo. Mi è sempre piaciuto il lavoro di squadra, soprattutto quando le differenze diventano elemento di forza. Poi nella vita il segreto è guardare gli altri e questo paradossalmente ci permette di guardare meglio noi stessi.
Il tuo personaggio, a un certo punto del film, dice: “Non mi piace la Francia”.
Amo la Francia e mi piace rappresentarla al cinema. Certamente può crescere e può migliorare ma questi cambiamenti sono possibili.
Un aspetto di Due agenti molto speciali è anche l’ambientazione nelle periferie
Io sono nato e cresciuto nella banlieu di Trappes. Quella parigina è un po’ l’esempio della periferia nel mondo. Uno come me, alto 1.90, può essere visto in quei posti come uno che fa paura. Chi ci è nato è visto dagli altri in maniera diversa. Ma anche i parigini nella banlieu possono essere visti non nel modo giusto, con pregiudizio.
Cosa conosci del cinema italiano?
Non molto. Un film che mi ha colpito e che mi ricordo è La vita è bella. Si ride molto ma è asnche tragico. I due registi di Quasi amici, Eric Toledano e Olivier Nakache, mi hanno comunque detto che la loro ispirazione viene dalle commedie italiane a sfondo sociale.
Come hai iniziato ad avvicinarti al cinema?
Gli inizi sono stati casuali. Da ragazzo non pensavo di fare l’attore. Forse sognavo di sfondare nello sport con l’atletica e basket ma poi ho visto che ci volevano troppi allenamenti. Una volta, casualmente, un mio amico mi ha chiesto aiuto per una trasmissione radiofonica. Allora lì ho inventato un personaggio finto e quell’esperienza mi ha dato quell’impressione di libertà e leggerezza come nello sport. Poi da lì ho fatto il comico televisivo fino a quando mi hanno scoperto Oliver Nakache ed Eric Toledano per quello che allora era il loro secondo film, Nos jours heureux del 2006 (uscito in Italia col titolo Primi amori, primi vizi, primi baci).
Qual era il personaggio inventato?
Un calciatore professionista del Senegal.
Ti piace il calcio?
Si ci gioco spesso anche se sono più dotato per il basket. Tifo comunque per l’Olympique Marsiglia.
Quant’è difficile girare un film d’azione?
È molto divertente. Mi piace il movimento. Dove posso, interpreto anche le scene più pericolose fino a quando me lo permettono gli stunt. Però in futuro voglio però spaziare attraverso progetti diversi. L’idea, come è raccontata la storia, conta più del genere.
Belmondo girava lui stesso le scene più pericolose. Nel film è poi citato esplicitamente in Joss il professionista. L’avevi visto prima di iniziare le riprese?
No, l’avevo già visto da molto prima, sin da quando ero ragazzino.
Qual’è stata la scena d’azione più difficile da girare?
Quella nel club degli scambisti.
Ci sarà un sequel di Due agenti molto speciali?
Più che il regista, il produttore o gli attori, lo deciderà il pubblico. Il finale è comunque aperto.
Il prossimo progetto?
Al momento sto cercando di imparare bene l’inglese. Da qualche mese non sto facendo altro. Poi c’è il progetto del prossimo X-Men: Days of Future Past che sta prendendo forma. Ma su questo film non posso dire nulla, solo che sono molto contento di far parte di questo cast.
Cosa pensi della pirateria?
È una domanda difficile. I veri cinefili amano la sala e condividere le stesse emozioni. Loro continueranno a vedere i film lì. Ma sarà vero che scaricare dalla rete riduce il pubblico? Le emozioni della sala non si possono certo piratare. I film però poi sono fatti per essere visti. Certo una legge è necessaria, ma internet è una zona difficile da tenere sotto controllo. Sarà difficile fermare questo fenomeno ma la pirateria non ucciderà mai il cinema. Si potrebbe però proporre di scaricare i film a pagamento a un prezzo basso a poca distanza dall’uscita in sala.