LA REGISTA ANNE GIAFFERI CE LA METTE TUTTA, MA L’ISPIRAZIONE NON BASTA E LO SBADIGLIO INCOMBE
Genere: dramma-commedia
Uscita in sala: 21 marzo 2013
Quando non te lo aspetti Dio bussa alla tua porta. Il messaggio è chiaro, la potenza dell’altissimo si manifesta in ogni sua forma e spesso ti coglie impreparato, ma in maniera positiva, a qualunque forma religiosa tu possa appartenere, anche nell’ateismo alle volte. Partendo da questa promessa brillante, L’amore inatteso, quello per la catechesi nello specifico, si arena subito nelle insidie della noia.
Antoine è un padre di famiglia che conduce una vita agiata a Parigi, quando per caso inizia a frequentare la parrocchia di quartiere e, a poco a poco, quegli incontri diventano indispensabili per il suo equilibrio, il suo benessere interiore. La regista Anne Giafferi ci mette le buone intenzioni e si affida la fede per dirigere il suo secondo “ispirato” film, ma cade nel peggiore degli errori. Pensare che una buona ispirazione faccia rima con scrittura di qualità.
La mancanza di saggezza porta all’assenza di empatia con il protagonista, l’animo francese misto al ritmo “esistenziale” penalizza fortemente l’andamento della storia, che arriva già stanca al giro di boa e, francamente, non porta nulla di nuovo ad un concetto di dubbio che risiede solamente nei dialoghi tra gli attori sul palco. Le domande poste da Antoine, un discreto Eric Caravaca, potrebbero risiedere nella mente di molti parigini, ma anche italiani, messicani, chiunque insomma faccia di misticismo e scetticismo due valori da prendere con le molle.
Proprio su questa superficialità il film delude, non riuscendo mai ad aggirare l’ostacolo del “parlato” e relegando le vere emozioni nell’angolo interposto tra commedia e autorevolezza, tra ricerca e leggerezza, tematiche che, trattate dall’ottica in questione, generano più sbadigli che convinte riflessioni. La linearità prende il sopravvento e ci si dimentica che si tratta di finzione cinematografica tesa a generare un pensiero spirituale.
Nel momento in cui accade, credenti o meno, redenti o agnostici, sul tuo uscio si presenta solo Morfeo.