A LONDRA È STATO PRESENTATO IERI IL SECONDO CAPITOLO DELLA SAGA. ECCO IL NOSTRO RESOCONTO E ALCUNE IMMAGINI
Si è tenuta ieri a Londra la presentazione di Lo hobbit: la desolazione di Smaug. L’evento è stato condotto direttamente da Jed Brophy e Peter Jackson che hanno risposto ad alcune domande dei numerosi fan per i quali non sono mancate le sorprese. La prima notizia degna di nota che viene data è che le riprese sono terminate e adesso è iniziata la lunga e complessa fase di postproduzione.
La prima domanda che vi posta al cineasta è di tipo puramente narrativo: “qual è il processo di divisione tra i due film?” la risposta di Jackson ricorda quella che diede ai tempi de Le due torri “il secondo capitolo dello Hobbit ci darà modo di assistere a più storyline contemporaneamente”.
Le domande dei fan continuano:
“Com’è Orlando Bloom?”
“Orlando Bloom interpreta benissimo Legolas ma il personaggio è molto diverso da Orlando in persona. Orlando è simpatico e divertente e invece Legolas è più serio”. Ed ecco che su uno schermo compare Bloom pronto a fare una domanda a Jackson: “Quale momento non vedi l’ora di vedere sullo schermo? Non sei tenuto a dire Legolas!”. Il cineasta risponde: “qualsiasi scena in cui ti ci sia tu. Ma se parliamo di altre scene, penso la scena tra Bilbo e Smaug, il loro primo confronto”.
La parola torna al pubblico: “ci saranno personaggi nuovi? quali?” Peter: “Sì, nel secondo film ci sono molti personaggi nuovi: Thranduil, che abbiamo visto nel prologo del primo film, ma anche Bard l’arciere, interpretato da Luke Evans“.
“Salve Peter Jackson, vorremmo sapere qual è la tua arma preferita del signore degli anelli o dello hobbit?” Jackson prende la sua arma in mano, è la spada di Theoden, vista nelle Due Torri e nel Ritorno del Re. “La adoro per il suo design, per il fatto che ha un’elsa con dei cavalli, ha qualcosa di vichingo o di anglo-sassone, abbiamo basato il design su quelle popolazioni ed è molto pesante, è una spada vera e propria. È bello tenerla in mano, sareste sorpresi di scoprire quanto pesa! Non è il caso che qualcuno venga colpito da questa.”
La presentazione è aperta a tutti i fan e infatti ecco che arrivano le domande da twitter a cui Jackson non esita a rispondere: “Quanto è difficile rispettare il programma di riprese?” il regista: “È effettivamente molto difficile, non c’è niente di più stressante che andare oltre il budget, ma a volte ci sono degli inconvenienti, soprattutto se si gira in esterni. Se giriamo in esterni e piove fuori programma, va a finire che cambia tutto il piano. Eravamo a Nelson, la polizia ci ha chiesto di abbandonare la zona due giorni prima del previsto. Di solito io la mattina guardo lo script della giornata e pianifico quante inquadrature riuscirò a girare nell’arco della giornata. Alcuni giorni sono 6-7, altri 12-14, dipende anche da quali angolazioni sono, tu ci provi lungo tutta la giornata, e poi vedi se ce l’hai fatta.”