FILM4LIFE INCONTRA MASSIMILIANO VERDESCA, AUTORE DEL FILM INDIEPENDENTE “W ZAPPATORE”
Coraggio, ironia e originalità. Questi sono i primi aggettivi che ci vengono in mente per descrivere Massimiliano Verdesca, regista di W Zappatore, film del 2011, prodotto per Apnea da Simon Puccini e dallo stesso Verdesca, che l’ha scritto con Emiliano Ereddia, appoggiato dalla prolifica Apulia Film Commission. Tutto ruota attorno alla figura di Marcello Zappatore, valente chitarrista leccese, conosciuto dal regista dai giorni del liceo e scelto come protagonista, nel 2004, per un “ritratto in digitale” trasmesso da Mtv.
Dopo questo ultimo incontro, Verdesca ha iniziato a scrivere sul personaggio di Zappatore, sulla sua bravura, naturalmente, ma anche sulla sua stessa persona. Da qui nasce In religioso disagio (2006), il corto, presentato in concorso al festival di Rotterdam e, in seguito, ad altri festival internazionali come il Milano Film Festival, il Kolkata Film Festival, in India, l’americano River’s Edge Film Festival, e, infine, il Reelheart Toronto Film Festival, Canada, ha anticipato i temi che, di lì a poco Massimiliano Verdesca e il suo clan, hanno approfondito in W Zappatore, il suo primo lungometraggio. Marcello Zappatore è dunque un chitarrista, membro di una band satanista, il quale trascorre le sue giornate apaticamente tra le prove e i concerti metal, la sua ragazza, e la sua famiglia.
Il tutto senza particolari emozioni, con la lentezza che contraddistingue lo stesso protagonista. Un giorno, all’improvviso, la sua vita assume una piega del tutto diversa: Dio irrompe nella sua vita sotto forma di stigmate. Ad aiutare Zappatore, una madre bigotta e una nonna rockettara che invoca addirittura un esorcista per farlo tornare alla sua calma e poco religiosa esistenza. Quest’ultima, la nonna, è interpretata da una tenace Sandra Milo, che a ottant’anni dimostra ancora più forza e grinta di prima. Massimiliano Verdesca, colpisce il pubblico, con una storia singolare, coraggiosa e intelligente, che inevitabilmente, si pone in una categoria a se stante, lontana anni luce dal cinema italiano al quale registi e produttori di oggi ci hanno abituato.
Qui, regia, musiche e interpretazioni sono tutte volte a sostenere il personaggio di Zappatore, con attenzione e cura particolare per i dettagli, realizzando una commedia grottesca che, senza finalità riflessive, racconta una storia, illogica e paradossale. W Zappatore a tre anni dalla sua creazione e dopo essere già stato venduto e distribuito in America, a seguito della vittoria come miglior Film narrativo al Brooklyn Film Festival, esce in Italia con Distribuzione Indipendente, dal 15 marzo nelle sale.
Film4life ha intervistato il suo creatore, e tra discorsi su realtà indipendente e non, ecco cosa è uscito…
Le riprese di W Zappatore sono ufficialmente terminate nel 2010. Il tuo tra il 2011 e il 2012 era già stato presentato in diversi festival italiani, ha vinto il premio come miglior film narrativo al Brooklyn Film Festival, conquistando gli Stati Uniti e firmando un contratto per la distribuzione. Due anni dopo esce nelle nostre sale, perché in Italia arriviamo sempre dopo?
Massimiliano Verdesca: Io penso che sia anche una questione di grandezza degli Stati Uniti rispetto all’Italia: in un paese tale, possono sopravvivere realtà anche piccole. In più lì accade tutto molto in fretta, vinci un festival e il giorno dopo ti propongono un contratto per la distribuzione, tempo una settimana e il mio film era online e in dvd. Pensa che ancora in Italia non abbiamo idea se riuscire a fare il dvd o no, perché tra SIAE e altri ostacoli, diventa un investimento troppo grande.
Tu che, volente o nolente, fai parte della realtà indipendente italiana, che ne pensi?
M.V: Innanzitutto io sono indipendente per una questione naturale. Conoscevo i produttori che ho scelto per il mio film e non ho neanche provato a cercare produttori più grossi. Ho potuto farlo per i fatti miei e probabilmente era anche l’unica possibilità visto che, il mio film, è alquanto coraggioso, forse troppo per il cinema italiano mainstream. Inutile anche lamentarsi, sono consapevole e felice di aver avuto comunque i mezzi per farlo. Poi ovvio, confermo che fare un film indipendente in Italia è davvero complicato, non staremmo ancora qui a parlarne tre anni dopo.
W Zappatore è una black comedy musicale, del tutto nuova nel panorama italiano, cosa ti ha ispirato?
M.V: I miei punti di riferimento cinematografici sono film come Leningrad cowboys go America di Aki Kaurismaki e Napoleon Dynamite di Jared Hess. Dal punto di vista estetico, poi, non posso non menzionare tutto il lavoro di Wes Anderson, ma stiamo parlando di grandi maestri che guardo con il dovuto rispetto. Poi, ho letto in un blog, che qualcuno pone il mio film nel solco dei registi del Sud Italia, come Roberta Torre, Pappi Corsicato, e in effetti insieme a Daniele Ciprì e Franco Maresco, che per me stanno nell’Olimpo dei registi, sono forse i registi a cui sento di assomigliare di più in Italia. Esteticamente ad esempio mi sento molto vicino a Libera di Pappi Corsicato.
Com’è nata l’idea d’incentrare questo racconto grottesco su Marcello Zappatore?
M.V: Mtv non mi ha chiesto di ritrarre un personaggio legato al mondo della musica. Ho pensato a lui per le sue doti di virtuoso della chitarra e perché rappresenta un personaggio assolutamente inadatto al linguaggio televisivo. Lui è esattamente come lo vedete sullo schermo, silente e immobile. Dopo quel lavoro ho iniziato a scrivere molti soggetti attorno alla sua figura e siccome in quel momento suonava in una band metal, ho pensato qual è la cosa peggiore per un metallaro satanista? Dio e sotto forma di stigmate. Tutto parte da qui. Il coraggio l’ho trovato proprio dalle mie fonti di ispirazioni, come Wes Anderson e Kaurismaki.
La contrapposizione tra il mondo satanico e religioso, racchiude un significato sotteso?
M.V: No assolutamente. E’ puro manierismo. Non ho voluto fare un film blasfemo, né un discorso retorico sulla chiesa, non mi interessa e non sarebbe mia intenzione. Non ho niente contro la religione anzi sono più tranquillo in un mondo con la religione che in un mondo di atei. Molte persone hanno bisogno di un totem, di una guida spirituale per vivere in ordine.
Marcello Zappatore ha subito una crescita personale dopo l’arrivo della spiritualità?
M.V: No Marcello è così sempre, anche nella sua stessa vita. Non ha emozioni e nel film mostra se stesso, senza di lui W Zappatore non sarebbe mai esistito. Per questo i dialoghi sono totalmente atoni, le immagini lente, perché corrispondono a lui e al suo personaggio immobile e silente.
Ci puoi spiegare la scelta di Sandra Milo come nonna di Zappatore?
M.V: E’ venuta lei al casting ed è quella che funzionava meglio con Marcello, ha la testa e il fisico di una vent’enne, altro che ottant’anni è una superdonna, non la batte nessuno. E’ nato un grande amore tra noi, un rapporto molto caloroso anche con la mia famiglia a Lecce, viene spesso a trovarci. Anche sul set, siamo stati veramente bene, magari fosse sempre così lavorare.
Qual è stato il tuo percorso di formazione? Come sei arrivato ad oggi?
M.V: Io nasco come Copywriter, sono infatti diplomato all’Accademia di comunicazione di Milano, ho lavorato due anni in agenzia, poi mi sono licenziato perché volevo fare il regista e sono andato a studiare a new York, non ho finito la scuola e sono tornato in italia. Ho iniziato a lavorare per una casa di produzione e poi con i contatti che avevo nel mondo pubblicitario, ho iniziato a girare pubblicità per 5 anni, poi Mtv, poi il film.
Progetti per il futuro?
M.V: Ora sono a Roma e ho alcuni progetti ma non è ancora il momento. Per ora sono contento che si è concluso il ciclo di W Zappatore e che uscirà il 15 marzo con Distribuzione Indipendente.
Non possiamo che augurare in bocca al lupo a Massimiliano Verdesca, che continui a dirigere ancora, ancora e ancora.