Mea maxima culpa: intervista ad alex gibney

LA CATHOLIC LEAGUE GLI HA AUGURATO DI BRUCIARE ALL’INFERNO, MA LUI, IL PREMIO OSCAR PER IL MIGLIOR DOCUMENTARIO DEL 2012, CONTINUA A PROMUOVERE IL SUO NUOVO LAVORO

È partito ieri dal cinema Barberini di Roma il tour che porterà Alex Gibney a girare l’Italia per promuovere il suo documentario verità Mea maxima culpa-Silenzio nella casa di Dio.

Nonostante l’augurio della Catholic league americana di bruciare all’inferno il regista continua imperterrito la sua “missione” di far conoscere al mondo quanto la Chiesa Cattolica abbia insabbiato sui casi di pedofilia degli ultimi decenni per dare voce a tutte le vittime ma in particolare a quelle realmente prive di voce che in 200 dal 1950 al 1974 sono state abusate da Padre Murphy a Milwakee.

Alex è un caso che il documentario sia uscito proprio in questo momento in Italia?

È un momento fondamentale per la Chiesa cattolica ed era dunque importante fare uscire il film in questi giorni qui in Italia. Speriamo tutti che Francesco porti a compimento quello che Papa Ratzinger ha dovuto lasciare a metà: le sue dimissioni sono l’atto più potente di tutto il suo operato, la confessione di un uomo che non è più in grado di finire il suo lavoro in diverse questioni, compresa quella dei preti pedofili.

Il film parte dal la vicenda di quattro vittime della pedofilia clericale non udenti che, dopo anni, sono riusciti a squarciare il velo del silenzio sull’Istituto per sordi di Milwaukee con una serie di azioni dimostrative e legali, e continuano la loro lotta per la verità fino a quando gli archivi segreti non verrano resi pubblici…

Alla prima mondiale del documentario, a Milwaukee, in una sala di 1200 posti, la platea era composta da persone sorde, da vittime di abusi, da preti, da cattolici e da laici. I quattro ragazzi di cui racconto la storia nel film per me sono dei veri e propri eroi di tutti i giorni: la loro protesta con i volantini che smascheravano Padre Murphy distribuiti fuori dalle chiese credo sia stato il primo gesto pubblico di accusa di un prete pedofilo nella storia della Chiesa. Una vicenda, questa degli abusi negli istituti per sordi, che purtroppo ho ritrovato similissima in quello che succedeva in un istituto per sordi della vostra Verona, e sul quale bisogna ancora lavorare a lungo per portarne alla luce lo scandalo…


Oltre a Ratzinger anche Giovanni Paolo II, che il mondo intero ama, è uno dei colpevoli di omertà ovvero di uno dei maggiori responsabili dell’omertà sui casi di pedofilia nella Chiesa…


Per Wojtyla vale una definizione che abbiamo rubato nel film alla polizia americana, ovvero quella di Nobile Cause Corruption: la grande reputazione morale della persona è come se in qualche modo lo assolvesse dalle sue malefatte nascoste; per questo era importante nel film raccontare di Padre Maciel, stupratore che aveva anche avuto figli segreti, però vicinissimo a Giovanni Paolo II che lo considerava un amico, con i suoi Legionari di Cristo e le sue ingenti donazioni.

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