QUATTRO CHIACCHIERE CON IL PROTAGONISTA DELLA NUOVA COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI (VOLUTI)
L’opera seconda di Matteo Vicini che vede come protagonisti Nicolas Vaporidis, Andrea Bosca e Massimo Ghini mette in scena un voluto equivoco: due ragazzi della periferia barese sono infatti costretti a fingersi omosessuali per ricevere i finanziamenti che la regione ha riservato a giovani imprenditori appartenenti a coppie di fatto.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Vaporidis uno degli interpreti del lungometraggio che, fin dalle prime riprese, ha fatto molto scalpore in rete per via delle foto di scena postate su twitter da Nicolas stesso che, secondo molti, stereotipavano troppo la figura dell’uomo gay.
“Questi ragazzi che vivono nella periferia di una città del Sud, dovendo convincere degli estranei di essere gay, chi potevano prendere a modello? Ovviamente non la normalità dell’omosessualità, ma i personaggi, quelli che esasperano, che loro vedono in tv. Persone come Cristiano Malgioglio, Platinette… questi sono stati i nostri modelli in questo film. Non quelli realistici, ma i personaggi pubblici sopra le righe. Un po’ come Fabrizio Corona per gli etero” ci dice Vaporidis.
Nicolas tu, almeno sui social network, sembri essere molto attivo politicamente. Le tue idee hanno contribuito al film?
“Sono solo un trentenne che, attraverso i social network, cerca di discutere e stimolare su quello che ci succede intorno. Appena letto la storia ho trovato il progetto una provocazione, una sfida ideale per mettere alla berlina quel paraculismo che regna incontrastato in Italia. I nostri protagonisti, pur avendo talento, cercano di truffare lo Stato con la storia della coppia di fatto gay: sono costretti a farlo. In questo si sintetizza la situazione dei giovani nel nostro paese. Chi è furbo vince, chi è onesto fa la figura del fesso.”
E quell’accento pugliese così “strano”?
Ammetto che potrebbe sembrare una parodia di Nichi Vendola. In realtà volevo fare un omaggio a Checco Zalone.