MATTEO VICINO DIRIGE UNA COMMEDIA DIVERTENTE MA POCO LINEARE
DATA DI USCITA: 28 marzo 2013
VOTO: 2.5 su 5
I temi dell’omosessualità e delle coppie di fatto sono ancora poco trattati dal mondo cinematografico, in quanto nuovi ma molto discussi dalla società. È un rischio, per un giovane e neo-regista, trattare argomenti del genere se il fine è che il pubblico ci rifletta su. Matteo Vicino ha però voluto provare: ha portato sul grande schermo una commedia che parla dei problemi che ci sono, nell’Italia dei nostri giorni, a comprendere “diversità” che, per generazioni, dalla nostra popolazione non sono state accettate.
Outing – Fidanzati per sbaglio, è la storia di Federico (Nicolas Vaporidis) e Riccardo (Andrea Bosca). Amici da sempre, i due decidono di fingersi una coppia quando leggono un bando finanziato dalla Regione Puglia per le imprese giovanili, dedicate però esplicitamente a coppie di fatto. Inizia così una serie di situazioni particolari e ambigue, progettate a tavolino per raggiungere l’obbiettivo di aprire un atelier di cui Riccardo sarà il direttore.
Tematiche importanti sono quelle portate avanti dal film, che però mano a mano si perde nei dettagli della narrazione e finisce per aprire molte porte senza chiuderle poi tutte. Inevitabilmente nello svolgimento della sua durata troviamo troppi episodi superflui, questioni irrisolte, situazioni appena accennate. Una pecca però, che da una parte possiamo anche far passare vista l’enorme vastità con cui il soggetto può essere raccontato. È chiaro che Vicini preferisce dedicarsi maggiormente alla comicità, alle gag divertenti piuttosto che alla materia.
Sicuramente anche grazie alla buona performance degli attori – oltre ai due protagonisti, nel cast anche Massimo Ghini, Claudia Potenza, Giulia Michelini e Camilla Ferranti – la commedia riesce a divertire lo spettatore, che si godrà piacevolmente un’ora e mezza di cinema italiano. Peccato per i discorsi appena accennati sulla meritocrazia all’italiana, sulla questione dell’arretratezza del Meridione, sulle tematiche giovanili e sociali, perché potevano essere sviluppate più approfonditamente – polemicamente o meno – mantenendo comunque un tono comico-satirico.