PERFORMANCE CAPTURE SUBACQUEA E ALTRI DETTAGLI SUI COLOSSAL DI JAMES CAMERON
Squadra che vince non cambia. E così dopo aver incassato più di 2 miliardi di dollari a soli 45 giorni dall’uscita nelle sale, ed aver conquistato il primato nella storia del cinema grazie a questa cifra, James Cameron ha deciso di dedicarsi e puntare nuovamente su Avatar, girando contemporaneamente Avatar 2 e Avatar 3. La notizia è stata resa nota già tempo fa, insieme a rumors su un quarto episodio che però molto probabilmente verrà sviluppato come prequel.
A fornire ulteriori dettagli ci ha pensato recentemente il produttore dei sequel Jon Landau, durante la presentazione ufficiale dei progetti all’NAB Technology Summit on Cinema di Las Vegas. Landau ha infatti rivelato che alcune scene saranno girate sott’acqua, con la tecnica della performance capture. Immancabile l’elemento naturale per Cameron, vista anche la sua recente esperienza nella Fossa delle Marianne.
“Abbiamo tenuto una squadra di artisti digitali da Avatar allo scopo di testare come sarebbe possibile realizzare delle riprese subacquee in performance capture. Certo potremmo simulare l’acqua in computer graphics ma così sarebbe difficile restituire l’esperienza dell’attore nella sua pienezza e allora abbiamo deciso di usare la tecnica della performance capture in un vasca”, ha affermato il produttore.
Inoltre, ha anche fatto riferimento alla tridimensionalità ed altre tecniche di ripresa dei kolossal: “Per quel che riguarda le riprese ad alta definizione, sarebbe anche questa una bella esperienza per il pubblico. Nessuno dovrebbe obbligare nessun regista a usare il 24, 48 o il 60 fps ma dal momento che la tecnologia ti permette di usare queste risoluzioni bisogna prenderle in considerazione. Peter Jackson, ad esempio, ha fatto assolutamente la scelta creativa giusta girando il suo Lo Hobbit in 48 fps. Il 3D è l’evoluzione non la rivoluzione. È una tecnologia che sta richiedendo ancora tempo per affermarsi: se in Russia e in Cina il mercato delle sale in 3 dimensioni eccezionale, nei paesi emergenti ci sono comunità in cui ci si reca ora nei cinema 3D per la prima volta. Per i film di Cameron il 3D deve essere assolutamente nativo. La conversione in post-produzione non darà nulla di neanche lontanamente comparabile alle riprese in 3D: per quanto bene sia fatta la riconversione sarà sempre un 3D a metà, non un vero e proprio 3D”.
I film sono attesi nelle sale rispettivamente nel 2014 e nel 2015, ma sono date approssimative in quanto dipenderà dai lavori di produzione e post-produzione. D’altronde il progetto di Cameron è impegnativo, ma sicuramente non deluderà in qualità e magnificenza degli effetti visivi.