PRESENTATO ANCHE ALLA SETTIMANA DEL FESTIVAL DI BUENOS AIRES IL FILM DI MADERNA E SANTIN
Nel 1905 Emilio Salgari scrisse Jolanda, la figlia del Corsaro nero il terzo libro de la trilogia I corsari de le Antille che racconta la storia del rapimento di Jolanda di Ventimiglia e soprattutto della ricerca della ragazza da parte dei due filibustieri Carmaux e Wan Stiller.
Più di un secolo dopo l’uscita del romanzo Giovanni Maderna e Mauro Santin ispirano all’opera di Salgari il loro lungometraggio Carmela, salvata dai filibustieri dove al posto Carmaux e Wan Stiller troviamo i fratelli Mimmo e Sussò, pescatori della Città Vecchia di Taranto, i quali partono alla ricerca della misteriosa Carmela. I due pirati contemporanei, che una lingua arcana, insolita, antica vanno tracce di Carmela, perché alla madre, un’anziana visionaria, appare in sogno questa fantomatica ragazza e qualcosa deve significare..
Lontana dal mare dei Caraibi dove lo scrittore nello scorso secolo ambientò il suo romanzo, la storia raccontata dai due cineasti indipendenti non ha nulla da invidiare a un vero e proprio film d’avventura ambientato in quel di Taranto. Paradossalmente la forza del lungometraggio sta proprio in questo ovvero nella capacità di adattare l’opera salgariana lontano anni luci dagli ambienti propri dello scrittore rendendola contemporanea e creando due eroi moderni che non perdono, però, le caratteristiche principali di quelli letterari.
Il film viaggia per tutto il tempo su una narrazione per metà realista e per l’altra metà del tutto fantasiosa sia per quanto riguarda gli atteggiamenti dei due personaggi principali, sia per quanto riguarda lo sfondo in cui essi si muovono. Tra volti pasoliniani e un realismo fiabesco che ricorda i Dardenne si muovono le avventure dei due fratelli e il film del quale sono protagonisti.
Una pellicola fiera di essere lontano anni luce dalle produzioni e dai racconti tradizionali e che pare rivendicare beffarda l’orgoglio di essere stata concepita per pochi, di essere indipendente.