UNA PRIMA OCCHIATA ALLA RINASCIMENTALE SERIE IN ARRIVO SU FOX DAL 22 APRILE
SPOILER!
Firenze, pieno Rinascimento, un affascinante e giovanissimo Leonardo (Tom Riley) vive in città e già il suo genio da vita a macchinari e oggetti volanti che nessuno prima di lui avrebbe mai potuto immaginare. In città a regnare vi è Lorenzo De’ Medici (Elliot Cowan) che non riesce a rimanere, suo malgrado, indifferente al genio di Da Vinci esattamente come la sua amante Lucrezia Donati (Laura Haddock) che, se i libri di storia citano come un amore platonico di Lorenzo, nella serie tv angloamericana che è in onda dallo scorso 12 aprile sulla rete via cavo Starz, viene rappresentata come una donna estremamente carnale, doppiogiochista e totalmente succube della bravura artistica e dell’istrionica mente di Leonardo.
Lo show, che andrà in onda dal 22 aprile in Italia su Fox per otto puntate è incentrata, tra realtà e fantasia funzionale a un pubblico televisivo abituato a fiction storiche ad alto tasso di erotismo e intrighi, racconta quindi i primi anni a Firenze di Leonardo presso la corte Medici e il suo lento avvicinarsi al culto de I figli di mitra.
Da Vinci nella serie viene descritto, come ogni artista che si rispetti, come un uomo tormentato dai suoi stessi pensieri che placa attraverso oppiacei, volubile al fascino femminile, e non solo e non sempre credibile.
Lo show si divide su due piani di narrazione: uno focalizzato su Leonardo e sulla sua vita artistica e privata e un altro incentrato sugli intrighi dell’epoca in cui si inserisce anche il Papa Sisto IV, immaginato come un uomo senza scrupoli che abusa di giovani ragazzi (la prima volta che lo vediamo in scena è in una vasca con tra le braccia un adolescente) e che vuole distruggere i Medici con l’aiuto di infiltrati nel regno di Firenze tra i quali, scopriremo alla fine, c’è anche la bella Donati.
Lo stile narrativo di Da Vinci’s Demons non è molto lontano da quello già visto e apprezzato dal pubblico in serie televisive come I Tudors o I Borgia in cui personaggi storici dalla dubbia moralità vengono caricati al massimo per sottolineare la corruzione dell’epoca metafora anche dei nostri tempi.
Nonostante la lentezza di alcuni passaggi e la fotografia sempre buia la serie tv che vuole raccontare la gioventù di Leonardo, pur distruggendo l’immaginario che si ha del personaggio che sembra più essere un poeta maledetto che l’artista che tutti, tramite le sue opere e i suoi scritti conosciamo, facendo parte proprio del filone apertosi anni fa con I Tudors, riesce a intrigare lo spettatore. Pecca abbastanza evidente è l’eccessiva post produzione che c’è intorno al girato: scene palesemente troppo computerizzate non sono coerenti con gli ambienti scarni in cui i personaggi si muovono e anche quando viene palesato il pensiero di Leonardo forse un movimento di macchina o un semplice primo piano sull’attore sarebbe stato più efficace e coerente del proporre attraverso immagini animate la logica o la nascita di un’idea del protagonista.
Al di là di inutili abbellimenti digitali però la serie si lascia guardare e già la prima puntata apre un’amplia gamma di misteri che incuriosiscono lo spettatore.