Il commissario torrente – il braccio idiota della legge: recensione

SANTIAGO SEGURA GIRA E INTERPRETA UNA COMMEDIA MEDIOCRE, MA IN CONFEZIONE NON DISPREZZABILE 

GENERE: Commedia

DATA D’USCITA: 2 maggio 2013

Quando ci si trova di fronte a un brutto film nel nostro lavoro non si vede l’ora di tornare a casa per scriverne, affossando in tutto e per tutto una pellicola in cui magari sono state riversate forze e fatiche (oltreché soldi) in quantità non indifferenti. Ma quando esce un film come Il commissario Torrente, film fatto apposta per disgustare le orde di cinefili più accaniti, allora chi scrive recensioni viene spinto a trovare delle qualità in un lavoro apparentemente troppo facile da stroncare, che comunque non risulta fastidioso come certe commedie nostrane.

Il film in questione è il quarto capitolo di una saga che in Spagna imperversa da 15 anni, ma come ogni episodio di James Bond (…) riesce a essere comprensibile da tutti. In questo caso, il commissario Torrente, personaggio misogino, fascista, scroccone e miserabile dal punto di vista sia umano che finanziario, viene incastrato per omicidio e si trova in prigione, circondato da personaggi di ogni genere: il temibile assassino, gli stupratori di turno, un prete omosessuale, un ingenuo africano e un campione di arti marziali. Ovviamente l’obiettivo principale per l’ex-commissario sarà tentare la fuga e scoprire chi l’ha incastrato.

Ispirato a una comicità di grana grossa e violenta, che andava tanto di moda negli anni ’80, Il commissario Torrente è un film da molti punti di vista trash e con dialoghi al limite dell’inverosimile che pare di stare in una produzione Troma, mentre l’abbondante dose di culi e tette (…) che condisce la pellicola sembra uscita più da un soft-porn vecchio stile che da un cine-panettone dei nostri. Gli stereotipi (sugli immigrati come sugli ‘ormosessuali’) invece sono sempre gli stessi dei film con Massimo Boldi.

La cosa che più sorprende è che tutti gli aspetti tecnici della pellicola (dalla fotografia agli effetti speciali) sono curati, grazie all’ampio budget, e anche certi inseguimenti non hanno nulla da invidiare a certe produzioni hollywoodiane. Ciliegina della torta, il protagonista Santiago Segura è deliziosamente in parte nei panni di uno dei personaggi che lo spettatore vorrebbe tanto odiare e invece si ritrova a metà film a tifare per lui.

Ad ogni modo il film non è bello. Come film demenziali, certe produzioni targate Ferrell o Stiller sono decisamente su altri livelli e offrono risate in dosi più abbondanti. Ma anche se il film non raggiunge la sufficienza, mentirei se dicessi di non essere stato colpito da un personaggio così disgustoso, volgare e immorale come il commissario Torrente. Il piatto è questo: prendere o lasciare. 

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