QUELLA STORICA CHE NON CONVINCEVA NEANCHE FITZGERALD OGGI VIENE DIFESA DAI CONSERVATORI
Il prossimo 16 maggio uscirà nelle sale italiane l’attesissima trasposizione firmata da Baz Luhrmann del romanzo del 1925 di Francis Scott Fitzgerald, Il Grande Gatsby. In America il film uscirà il 10 maggio e, ovviamente, la grande attesa attorno a questo nuovo lungometraggio del regista di Romeo+Giulietta ha riportato in auge il famosissimo romanzo metafora della fragilità del sogno americano.
Come spesso accade nel mondo dell’editoria il poster del film che vede il suo protagonista Leonardo di Caprio come soggetto principale diverrà anche la copertina della nuova edizione del romanzo mandando così in pensione quella storica blu elettrica con sopra disegnati degli occhi di donna triste sopra il panorama di una città luccicante.
Hernest Hemingway fu il primo a dire a Fitzgerald che la copertina del suo romanzo non era un gran che eppure ora, in America dove c’è un nuovo boom Gatsby, i conservatori sono contrari alla nuova copertina reputando quella originale ormai un simbolo della loro letteratura.
La verità è che il cambio della copertina serve ad avvicinare ai romanzi trasposti e di nuovo sotto i riflettori grazie ai film da essi tratti i lettori occasionali, quelli che si avvicinano prima al film e poi, di conseguenza al grande classico. Una sorta di specchietto delle allodole, di marchio di fabbrica e purché si legga nulla è sbagliato e, per evitare inutili polemiche visto che l’importante è ciò che nel volume è scritto, basterebbe semplicemente, come spesso accade, usare l’immagine del film come sovra-copertina lasciando quella originale, in tutto il suo splendore ritrovato, al di sotto di quella creata per puro marketing e attrazione.