VISIONARIA E QUASI COMPLETAMENTE GIRATA NEL QUARTIERE EUR DI ROMA IN AGOSTO L’OPERA PRIMA DELLA CINEASTA
Tantissime citazione cinefile, una Roma stupefacente sotto il sole d’agosto e una donna in bilico sulle sue decisioni: questo e molto altro è Nina, opera prima di Elisa Fuksas, figlia d’arte ma al di sopra di ogni e regista espressiva.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei e Diane Fleri la protagonista del film:
Elisa, come ha lavorato per creare l’equilibrio tra l’aspetto visivo e la componente “scritta” del film?
Elisa Fuksas: Per me la componente visionaria del film è stata da subito fondamentale per restituire lo stato d’animo di incompiutezza che volevo si respirasse nelle immagini: questa è la storia di una giovane donna incapace di sentire. Io ho sempre sognato di fare la scrittrice ma ad un certo punto mi sono resa conto di quanto la scrittura sia frustrante, quando non riesci a restituire quell’immagine che hai così chiara in testa. Il cinema è un atto di egoismo e altruismo insieme: credi di poter essere la sola a visualizzarla nel modo corretto, e allo stesso tempo la vuoi condividere.
Qual è stato l’apporto di Michele D’Attanasio, il direttore della fotografia, al progetto visivo del film, e ai suoi riferimenti chiaramente cinefili?
Elisa Fuksas: Ho avuto una grande fiducia da parte di tutti, i produttori in primis, che mi ha dato la possibilità di poter osare un esordio che fosse innanzitutto un racconto visivo. E quando ho scelto il mio collaboratore alla fotografia, volevo qualcuno giovane, con cui poter parlare, e che mi mettesse nella posizione di poter girare il mio film da sola. Per quanto riguarda i riferimenti che possono subito venire in mente, Antonioni, Fellini…l’unica citazione esplicità è a David Lynch.
Per Diane Fleri si tratta di un ruolo inedito all’interno della sua filmografia nel panorama italiano…
Diane Fleri: ho cercato subito di capire il personaggio, e mi sono resa conto che in Nina ci sono diverse cose di cui la mia stessa vita mi stava parlando nel periodo in cui abbiamo girato: le difficoltà nell’affrontare una scelta, nel mettersi in discussione. Nina sembra una turista nella sua stessa città. Sensazioni che mi hanno subito legata a Elisa, una personalità originale che ha bisogno di esprimersi. Siamo diventate quasi migliori amiche senza mai parlarci, capendoci a mezze frasi, prima ancora di conoscerci davvero.